Reggio Emilia, 20 marzo 2019 - Dov'è finito don Luis? Se lo chiedevano da Natale i fedeli della chiesa di Sant’Agostino che non lo vedono da mesi.
Prima qualche versione ufficiosa («si trova a Roma per un corso spirituale»); poi qualche pettogolezzo anche piccante sul sacerdote spagnolo. «Ha perso la testa per una signora ed è andato via… », serpeggiava tra i banchi e i confessionali. Lo scandalo – riportato ieri sera da TeleReggio – è culminao con l’allontamento del parroco dalla Diocesi.
Don Juan Luis Barge Lavandera – questo il nome completo, anche se è chiamato semplicemente don Luis – avrebbe ceduto alle grazie di una donna reggiana molto conosciuta in città.
E così, dopo Natale, da un giorno all’altro è sparito. Il vescovo Massimo Camisasca sarebbe stato subito informato della storia (non si sa con certezza se dal sacerdote stesso o se sia stato informato da terzi) e sarebbe stato irremovibile, rispedendolo immediatamente in Spagna dove si troverebbe attualmente. Prima però sarebbe passato da Roma per rimettere ufficialmente i voti.
Don Luis si era insediato a Reggio a settembre. Un anno nella parrocchia di San Giacomo come vicario, in ausilio a don Maurizio Pirola. E poi era stato spostato con lo stesso incarico a Sant’Agostino, per aiutare l’intramontabile don Guido Mortari. Ma qui è durato poco. «L’avremmo visto un paio di mesi e basta», confida al telefono una perpetua che dà una mano nelle faccende in parrocchia.
Laureato in filosofia, chi lo conosce bene lo descrive come una persona affabile e brillante. Don Luis, dopo lo scandalo, avrebbe però deciso di lasciare il presbiterato su consiglio della stessa Chiesa.
Una vicenda che avrebbe creato anche un certo imbarazzo in Curia, soprattutto nel vescovo Camisasca. Don Luis infatti faceva parte della confraternita San Carlo, la comunità fondata proprio dal numero uno della diocesi reggiana e che ha inviato sacerdoti in tutto il mondo.
Ecco perché l’arrivo di altri parroci della fraternità in centro storico sarebbe stato stoppato su richiesta del consiglio presbiterale direttamente a monsignor Camisasca. E quest’ultimo non ha potuto fare altro che dirsi d’accordo.