Focolaio Covid Reggio Emilia: sono otto nelle scuole

Emanuela Bedeschi (Ausl): "Situazione fluida e per ora sotto controllo". Un positivo al Chierici, test per un’ottantina di studenti

Una classe in aula

Una classe in aula

Reggio Emilia, 16 novembre 2021 - «Abbiamo otto focolai: uno alle scuole d’infanzia, 3 alla primaria, 2 alle medie, 2 alla secondaria. Le classi in carico sono 44, mentre i provvedimenti di quarantena sono dieci: 4 nel distretto di Reggio, 3 nel distretto di Montecchio, 2 in quello di Scandiano, uno in quello di Guastalla".

Emanuela Bedeschi, direttrice del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl reggiana – il medico che il 27 dicembre scorso iniettò a un collega la prima dose arrivata in provincia – vede crescere i contagi tra gli studenti, ma non è in allarme. Lo scenario cambia da una settimana all’altra e i numeri – per fortuna – non sono quelli dello scorso anno. "Basta un nuovo focolaio – spiega – e cambia tutto. Ma attualmente la situazione è sotto controllo, e non soltanto per via delle nuove regole governative". Cosa dice il protocollo appena entrato in vigore?

Nel tentativo di limitare il ricorso alla didattica a distanza, prevede provvedimenti diversi a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale. In presenza di un caso positivo, i compagni di classe devono fare un test il prima possibile, e s e il risultato è negativo si può rientrare a scuola (segue un altro tampone dopo 5 giorni); nel caso di due positivi, i vaccinati (o negativizzati) negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con i tamponi, mentre i non vaccinati la quarantena. Nel caso di tre positivi andrà in quarantena tutta la classe. Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell’infanzia: per i più piccoli è previsto un tampone immediato e una quarantena di dieci giorni, al termine della quale occorre un altro tampone; per i loro insegnanti la valutazione è in carico alle autorità sanitarie, dipende da tempo di permanenza nella stanza e dal contatto diretto con il caso positivo. I focolai scolastici, a parere delle autorità sanitarie, nascono poco a scuola e molto altrove: "Abbiamo registrato soprattutto contagi in famiglia – evidenzia Bedeschi – nel corso di cerimonie, durante le feste di Halloween, nelle attività sportive soprattutto di contatto, e ovviamente in tutta l’attività sociale, come un viaggio in auto tra amici. Ma la situazione – sottolinea la direttrice – è più gestibile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un po’ perché con la scuola c’è una collaborazione che si è rodata nel tempo, certamente perché quest’anno possiamo contare sulla presenza dei vaccinati". Una delle situazioni finite sotto la lente in queste ore riguarda il liceo d’arte. Gli studenti di quattro classi del Chierici sono stati invitati a non presentarsi in aula, ieri mattina, dopo la scoperta di un caso positivo al Covid. Ragazzi e ragazze, come vuole la procedura prevista in questi casi, sono sottoposti, in via urgente al tracciamento da parte dell’Usl; nel caso – auspicato – non vi fossero altri positivi, l’allarme rientrerebbe subito "e gli studenti – come si augura il dirigente scolastico, Daniele Corzani – potrebbero essere in classe già questa mattina".

La notizia del caso positivo, giunta ore prima della ripresa delle lezioni, peraltro ha permesso alla scuola di avvisare per tempo allievi e genitori, senza la necessità di interrompere le lezioni in aula e di dover rimandare gli studenti a casa all’improvviso, con tutti i problemi che ne sarebbero derivati.

Anche in questo caso l’impressione – confortata dal fatto che fin qui sia emerso per ora un singolo caso – è che non sia la scuola, ma la ripresa della normale vita sociale dei giovani, a innescare qualche contagio che poi, ovviamente, rimbalza in classe. a.fio.