I tanti volti e i misteri di Gaetano Lombardi

Come faceva il 43enne ad avere una pistola dopo l’accusa di stalking e dove l’ha trovata? Molti i rebus che le indagini devono risolvere

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"Non ho voglia di parlare di tutto ciò". Lapidaria la risposta al telefono da parte dell’ex compagna di Gaetano Lombardi, il 43enne – originario di Acerra (Napoli), ma residente in città – presunto responsabile di aver aperto il fuoco in piazza del Monte sabato sera e di aver ferito cinque ragazzi. La donna, comprensibilmente scossa non ha voluto far riaffiorare ansie e paure antiche, essendo stata vittima di stalking ad opera dell’uomo – denunciato in passato per questo – che non si è mai rassegnato alla fine della loro storia. Un dettaglio che lascia presupporre al profilo squilibrato e pericoloso dell’operaio napoletano indagato, il quale fra sabato e domenica ha trascorso una lunga notte di interrogatorio da parte degli inquirenti e dalla pm Laura Galli, titolare dell’inchiesta. Al suo fianco l’avvocato difensore Elisabetta Beneventi, assegnatogli d’ufficio.

Agli investigatori – al momento della cattura, poche ore dopo la sparatoria – non ha detto nulla, aprendo la porta in pigiama. Poi quando gli agenti hanno trovato la Beretta 6,35 ha provato a giustificare l’ingiustificabile: "Sono stati molto maleducati". Alla fine, l’ammissione: "Ho esagerato, mi è scattato qualcosa...". Nella giornata di ieri poi il trasferimento in carcere in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip, che avverrà nelle prossime ore in tribunale a Reggio. La legale che lo assiste preferisce restare cauta: "Siamo in una fase delicata, con le indagini ancora in corso. Non posso dire nulla anche per non precludere alcuna strategia difensiva. Inoltre non è ancora chiaro il capo d’imputazione", ha detto. Le ipotesi di reato sono in stesura: dovrà rispondere di tentato omicidio plurimo, lesioni, ricettazione e detenzione abusiva di arma comune da sparo. Sulle ultime due accuse le indagini continuano serrate, per cercare di capire dove possa aver comprato la pistola e risalire al sottobosco del traffico illecito di armi. Ma sorge spontaneo un quesito ancora dai lati oscuri: com’è possibile che un uomo, già indagato per stalking (solitamente il primo atto preventivo da parte delle forze dell’ordine è proprio quello di sequestrare eventuali armi in possesso), potesse detenere una Beretta in casa? Tante le domande a cui le indagini dovranno rispondere.

dan. p.