Il rapporto della Caritas: "Mai così tante persone senza casa dal 2015"

Il centro d’ascolto ha incontrato 553 uomini senza dimora, italiani primi per nazionalità "Dobbiamo smettere di aspettare che la tempesta passi, servono servizi di welfare".

Il rapporto della Caritas: "Mai così tante persone senza casa dal 2015"

Il rapporto della Caritas: "Mai così tante persone senza casa dal 2015"

Povertà, disagio sociale, richieste di aiuto. È stato presentato un bilancio dell’attività del 2023 della Caritas reggiana. L’anno scorso il centro d’ascolto diocesano della Caritas ha incontrato 553 persone senza dimora, il numero più alto dal 2015 ad oggi. Supera anche il dato di 534 persone rilevato nel 2020, anno in cui le attenzioni su questa fascia di cittadini fragili si sono intensificate, in previsione dello sgombero dei capannoni delle ex Officine Reggiane, in città. L’emergenza abitativa, secondo il rapporto sulle povertà presentato l’altro giorno, riguarda il 63,43% degli uomini che sono stati incontrati, ma coinvolge pure stranieri e italiani. I primi lo affrontano nella fase centrale della vita, in età lavorativa. Per i secondi il problema emerge con l’avanzare dell’età e il ridursi della rete famigliare e amicale. Le persone incontrate l’anno scorso sono aumentate di 160 unità dopo l’instabilità per la pandemia, passando da 769 a 929. Il 69,64% delle persone risulta già conosciuto: questo indica una cronicizzazione delle situazioni di povertà. Si conferma alta la multiproblematicità (seppur con un leggero calo) passando da tre bisogni a persona rilevati nel 2020 a 3,8 nel 2023. Gli italiani continuano ad essere la prima tra le nazionalità incontrate e si assestano nel 2023 sul 22,93%. Si conferma il trend di diminuzione delle donne, scese in termini percentuali al 17,87% (in termini assoluti sono aumentate di cinque unità). Tuttavia queste presentano un numero più elevato di bisogni (3,9). Tra le nazionalità crescono quelle appartenenti all’area geografica nordafricana e calano quelle dell’Africa centrale e occidentale, mentre si registrano "nuovi ingressi" da Georgia e Romania. Il 70,67% delle persone incontrate sono disoccupate, anche se diminuisce il numero degli irregolari che dichiarano di lavorare in nero (da 18,15% a 9,43%). "Ci muoviamo in un quadro di normalizzazione della povertà, in un contesto in cui la povertà non stupisce più ma diventa condizione quotidiana", segnala la Caritas. E ancora: "Dobbiamo smettere di aspettare che la tempesta passi, di uscire dal tunnel e cominciare ad arredare il tunnel". Come? Ad esempio con servizi di welfare che "devono mettere al centro la dimensione della relazione e dell’accompagnamento e non solo le prestazioni da erogare, che sono condizione necessaria ma non sufficiente all’uscita dalla povertà". Le persone intercettate dal centro d’ascolto diocesano nel 2023 sono state 929, un dato che, dopo l’instabilità numerica riscontrata negli anni del Covid, torna in crescita rispetto al biennio 2020-21 ma in linea con i dati rilevati nel 2018 e nel 2019, rispettivamente 912 e 918. Il dato tiene in considerazione sia le persone che hanno avuto uno o più colloqui con gli operatori (759), ovvero coloro con i quali c’è una progettualità in atto, ma anche tutte le persone per le quali i servizi territoriali hanno richiesto un coinvolgimento o che nell’anno hanno semplicemente usufruito dei servizi (per lo più mensa).