"In carcere la situazione non è più gestibile"

Ieri il sit in davanti alla Pulce delle sigle sindacali per la polizia penitenziaria: "Siamo sotto organico e ci sono sempre più aggressioni"

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di Giulia Beneventi

La coperta è corta e le organizzazioni sindacali che rappresentano la polizia penitenziaria, non ci stanno più. "In provincia di Reggio c’è una gravissima carenza di personale, siamo a circa 50 unità in meno in base alla pianta organica prevista – spiega Michele Malorni, segretario provinciale Sappe –. Alla luce dell’apertura di nuovi posti di servizio, chiediamo all’Amministrazione di fermarsi. Ci appelliamo al ministro della giustizia Marta Cartabia e al capo D.a.p Roma, il dottor Carlo Renoldi, affinché vengano riviste le piante organiche in questione".

Il concetto espresso ieri al sit in davanti al carcere di Reggio è così riassumibile: già si fa fatica a gestire le carceri, aprire nuovi servizi vorrebbe dire aumentare il lavoro senza che ci sia abbastanza personale per farlo. "Da qui a un mese dovrebbero terminare le opere di adeguamento strutturale – aggiunge Malorni –. Si tratta anche di sezioni detentive per cui, appunto, viene richiesto il servizio della polizia penitenziaria".

"Faremo di tutto per bloccare l’apertura dei nuovi servizi – fa eco Vito Bonfiglio (Fns Cisl) –. Secondo le piante organiche noi siamo al completo come personale, ma la realtà è che sono piante vecchie e mai riviste".

"Il fatto è – continua – che da quando si è chiuso l’Opg, quelle sezioni in cui lavorava il personale sanitario sono state riconvertite: due sono diventate sezioni di casa di reclusione, una ora è la sezione per transessuali, una invece è per il contenimento detenuti ex art.32: a coprire tutte queste nuove sezioni però, c’è sempre lo stesso personale". Il tema delle tipologie dei detenuti, in linea generale, rappresenta un problema a sé: "Sono variegate, troppe da gestire – puntuallizza Malorni –. Non parlerei di sovraffollamento, ma di sicuro nel nostro ambiente, visto come viene gestito, si respira molta tensione. Tutto il personale non è per nulla sereno".

"Dal 2014 a oggi, gli eventi critici quali possono essere anche ferimenti o tentativi suicidio, sono triplicati" è il primo dato condiviso da Giovanni Battista Durante, generale aggiunto Sappe nazionale. Solo a Reggio il dato sul 2021 conta 213 episodi di autolesionismo tra i detenuti, 96 aggressioni e 23 tentativi di suicidio. "I detenuti più forti non agiscono solo nei confronti degli agenti ma prendono il sopravvento anche sugli altri detenuti – specifica –. Spesso vengono strumentalizzati i detenuti malati psichiatrici, riversatisi in massa nelle carceri dopo la riforma per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari".