La tromba di Flavio Boltro riempie di note l’Asioli

Alle 21 secondo appuntamento con il grande jazz proposto da Crossroads. Sul palco anche l’Orchestra Cherubini Brass 10tet: le emozioni sono garantite.

La tromba di Flavio Boltro  riempie di note l’Asioli

La tromba di Flavio Boltro riempie di note l’Asioli

"Arie d’opera e Jazz songs" per la voce un po’ roca, ma tornita della tromba di Flavio Boltro che estrae dal Trittico pucciniano "O mio babbino caro", declinando "E lucevan le stelle" assieme agli standard jazz alternati alle sue pièce e a quelle di Michel Petrucciani.

È quanto promette questa sera al teatro Asioli dalle 21 il secondo rendez-vous targato Crossroads per Correggio Jazz, ribalta per una delle grandi trombe italiane ospite in quartetto dell’Orchestra Cherubini Brass 10tet (3 trombe, 3 tromboni, 3 corni, 1 tuba), ensemble di ottoni che indugerà sulle nuance classiche.

In interplay con Boltro si possono ascoltare Fabio Giachino al pianoforte, Stefano Senni al contrabasso ed Enzo Zirilli alla batteria. Un esempio convincente della nuova frontiera del jazz italiano per via dei palchi condivisi in gruppo o singolarmente con artisti di fama internazionale, ispirato dalla tromba sferzante e impudica di un leader capace di una costruzione melodica perfetta, una plasticità definitiva, una perfezione armonica da manuale.

Il torinese Flavio Boltro, un artista che sa prendere le distanze da certi purismi iper-disegnati e un po’ ossessivi in cui intoppano talvolta i jazzisti, collabora da trent’anni con musicisti che fanno parte dell’empireo della galassia jazz da Elvin Jones e Kenny Barron, Cedar Walton e Bob Berg a Petrucciani, Billy Hart e Billy Higgins.

Pluripremiato dal referendum Top Jazz sia come solista che come membro dei Lingomania, nel 1993 ha virato verso la Francia da cui è rimpatriato di recente stabilendosi nelle Valli di Lanzo, a ridosso di una fila di case che si chiama Traves.

Durante l’esperienza transalpina Boltro s’è unito ai gruppi francesi di maggior appeal internazionale, dall’Orchestre National de Jazz al sestetto di Michel Petrucciani e al quintetto di Michel Portal.

Mantenendo vive le collaborazioni con gli interpreti più sofisticati della jazzeria italiana, come Stefano Di Battista e Danilo Rea, ma anche Gino Paoli in versione jazz. Siete pronti per un "Jazz meets Classics" da piani alti?

Gian Aldo Traversi