FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

L’assassinio di Bibbiano: "Stefani ha problemi psichiatrici. È dipendente da alcol e droga"

L’uomo che ha ucciso il muratore albanese oggi davanti al gip. In carcere è guardato a vista. Il difensore, Stefano Germini, ricorda che l’omicida "è seguito da Sert e dal Centro di salute mentale".

L’assassinio di Bibbiano: "Stefani ha problemi psichiatrici. È dipendente da alcol e droga"

L’assassinio di Bibbiano: "Stefani ha problemi psichiatrici. È dipendente da alcol e droga"

Riccardo Stefani comparirà stamattina davanti al giudice delle indagini preliminari che dovrà convalidarne l’arresto, avvenuto venerdì notte in flagranza pochi minuti dopo l’omicidio del muratore albanese 61enne Ilirijan Minaj a Bibbiano.

Il magistrato dovrà anche capire il carcere sia il luogo più adatto per tenere sotto controllo l’uomo, 41 anni, originario del Biellese e da circa un anno residente con la madre Osvalda nell’appartamento al secondo piano di via Fratelli Corradini 6 sul cui pianerottolo è avvenuto il delitto, e a pochi metri dal palazzo dove risiedeva la vittima con la propria famiglia.

L’uomo infatti, come conferma il suo avvocato difensore Stefano Germini, alla Pulce deve essere guardato a vista, dopo che i parenti della vittima avevano cercato di linciarlo mentre veniva condotto via dal palazzo e non è escluso che qualche connazionale possa tentare di vendicare Minaj anche dietro alla sbarre. Ma soprattutto Stefani, come spiega il legale "è vittima di dipendenze da alcol e droga, era seguito dal Sert e dal Centro di salute mentale di Montecchio".

Da tempo attendeva di poter essere ammesso in una comunità di recupero, per affrontare quei demoni che più volte lo hanno portato in carcere e che lo rendevano collerico, molesto e non di rado violento, tanto da essere temuto da tutto il vicinato - aveva minacciato con un coltello anche dei ragazzini - e dai negozianti della zona. Tanto che più volte la madre lo aveva denunciato varie volte per maltrattamenti in famiglia - quando era in crisi d’astinenza o sotto l’effetto di sostanze, spaccava suppellettili e mobilio, ma alzava le mani anche contro di lei -, salvo poi ritrattare e ritirare la denuncia.

La donna, che sabato si è recata al carcere della Pulce a trovare il figlio, la sera del delitto è stata interrogata nella caserma dei carabinieri. Una corretta collocazione di un soggetto pericoloso ma psichicamente scompensato, sarà sicuramente al centro dell’udienza odierna. Un passo delicato, dato che apre la strada anche a consulenze e perizie mediche, che saranno sicuramente necessarie anche per valutare sulla sua piena capacità di intendere e volere al momento del delitto. Resta ancora da capire l’esatto contorno della vicenda, per la quale l’assassino è accusato di omicidio volontario. "Non voglio dichiarare nulla sui fatti, perché devo studiare bene il fascicolo", dichiara l’avvocato. Certo è che Stefani ha spiegato ai carabinieri e al sostituto procuratore Isabella Chiesi che Minaj (si stava recando da parenti che abitano nello stesso palazzo del 41enne) lo ha aggredito per primo a causa di screzi precedenti e che lui avrebbe cercato di difendersi, per poi correre a barricarsi in casa con la mamma. Mentre il 61enne dava pugni contro la porta (non molto resistente, è stata sfondata al centro), Stefani ha preso un coltello: non avrebbe aperto per menare fendenti al 61enne, ma lo avrebbe colpito dal buco nella porta. Su questa versione (confermata da sua madre), saranno i Ris a fornire qualche dato oggettivo analizzando gli schizzi di sangue che hanno imbrattato muri, porta e tutto il pianerottolo.