Le voci dei giovani al corteo: "Intorno a noi campanelli d’allarme"

I ragazzi: "Vogliamo la libertà per tutti". Altri bruciano la bandiera della Nato

Le voci dei giovani al corteo: "Intorno a noi campanelli d’allarme"

Le voci dei giovani al corteo: "Intorno a noi campanelli d’allarme"

"Il 25 Aprile non è una ricorrenza. Ora e per sempre Resistenza" urlano i giovani del collettivo ‘antifa’ (antifascista) e dei movimenti di attivisti transpartitici, all’interno del grande corteo che sfila per la Festa della Liberazione. Che cosa rappresenta oggi questa giornata per i più giovani, anche a fronte delle polemiche recenti, fra le ultime quelle sulle dichiarazioni del ministro Valditara (’fascista è oggi una certa estrema sinistra’)? "È una data molto rilevante per noi, che scendiamo in piazza per la libertà, e il sentimento dell’antifascismo dev’essere normale nella società di oggi – afferma Joy Montagna –. Noi difendiamo questo. Notiamo che gli attacchi verso gli antifascisti si moltiplicano e rischiamo di essere criminalizzati. Ci schieriamo affinché la criminalizzazione degli antifa finisca subito". Per Ilaria Salis libera (italiana detenuta in Ungheria) e in solidarietà ad Antonio Scurati gridano i ragazzi: "Vogliamo la libertà per tutti, contro criminalizzazioni dittatoriali e istituzioni più fasciste". Cristofer Subazzoli del collettivo Rabûn studentesco interviene: "Credo che i cori ‘sempre Resistenza’ siano abbastanza esplicativi. Ma i valori del 25 aprile vanno difesi e applicati sempre, non solo oggi ma tutti i giorni, nelle strade e nei contesti sociali". "Volevamo esserci, visti gli sviluppi contemporanei della società. Rispetto a tempo fa c’è molta più incertezza – è l’opinione di Gian Marco Cola –. Occorre essere informati. Se rinunciamo a manifestare, è un problema. Mio nonno ha combattuto nella guerra di Liberazione", conclude Cola, in piazza della Vittoria insieme alla compagna Lara Gustinetti. Riccardo Didoni allude al rischio democratico: "Noi dobbiamo essere presenti, perché ogni volta ci accorgiamo che il 25 aprile è sempre più bistrattato. Ogni anno spunta un nuovo tentativo di abbattere il fondamento che ha portato alla nostra Repubblica, e anche perché non è mai scontato che noi si possa continuare a vivere in situazioni di libertà e libera espressione. Intorno risuonano campanelli d’allarme. Dobbiamo sviluppare gli anticorpi che li sanno riconoscere e non abbassare la guardia". In piazza alcuni manifestanti hanno dato fuoco a una bandiera della Nato, in segno di protesta.

Lara Maria Ferrari