
Giallo di Montefiorino (Modena): donna scomparsa. L’uomo aveva dei suoi indumenti intimi nell’auto ed è partita la perquisizione
Lo "sceriffo" Domenico Lanza, che per vent’anni ha vissuto a Cavriago e dove tutt’ora abita parte della sua famiglia, è stato arrestato per possesso di armi, nell’ambito delle indagini relative al giallo della scomparsa di Daniela Ruggi, la 31enne di Montefiorino, nel modenese, di cui si sono perse le tracce lo scorso settembre. Ieri sera a ‘Chi l’ha visto’ sono stati ripercorsi gli ultimi giorni in cui a Vitrola (Montefiorino, Modena) la ragazza è stata avvistata.
"Era sempre al telefono – hanno confermato i residenti della frazione – forse per scongiurare una solitudine profonda". Le ricerche proseguono senza sosta.
Secondo le prime sommarie notizie, come detto, i carabinieri hanno arrestato Lanza per il reato di possesso di armi (evidentemente non denunciate).
Poche ore prima, intervistato dagli inviati della trasmissione televisiva ’Pomeriggio Cinque’, aveva confermato di conoscere la Ruggi e di essere stato fra le ultime persone ad averla vista a metà settembre, quando poi di lei si erano perse le tracce.
L’uomo aveva anche mostrato alle telecamere indumenti intimi di Daniela, che custodiva nella sua auto: uno slip e delle calze.
"Era venuta a casa mia a farsi una doccia e, dopo averli lavati, li aveva lasciati appesi ad una gruccia.
Li tengo in auto nel caso la vedessi, per restituirglieli", ha dichiarato. Nel contesto di approfondimenti investigativi sull’uomo, sarebbero state rinvenute delle armi e per Lanza è scattato l’arresto. Si aggrava dunque la sua posizione, in precedenza interrogato dai carabinieri come "persona informata sui fatti".
Lo ’sceriffo’ è molto conosciuto a Cavriago, dove ha abitato per anni con la moglie e i due figli prima in centro in via Spato, poi in via Arduini, non lontano dal Parco Pertini.
All’epoca lavorava come guardia giurata per un noto istituto di vigilanza privato reggiano, ed in paese gli avevano dato quel soprannome sia per l’orgoglio per la divisa che indossava, sia per il suo atteggiamento un po’ protervo.
Un uomo dalla personalità esplosiva, ma anche capace di gesti generosi, comunque un ’personaggio’ che in un comune di meno di 10mila abitanti si fa ricordare.
La famiglia Lanza è stata segnata da due episodi di cronaca che fecero molto scalpore e suscitarono dolore in tutta la comunità.
Circa 25 anni fa Lanza lasciò incustodita un’arma all’interno dell’abitazione in cui viveva, con la quale il figlio più piccolo si ferì. Il bimbo si salvò, ma il padre ebbe non pochi guai per aver lasciato incustodita la pistola.
Ma la vita per i Lanza aveva in serbo una ben più grave tragedia, la peggiore per due genitori.
Dopo qualche anno il figlio maggiore, che all’epoca frequentava le scuole elementari, morì nel proprio lettino a causa di un’emorragia cerebrale.
Tutta Cavriago si strinse alla famiglia del ragazzino.
Domenico da solo si trasferì poi nel modenese, dove ha cominciato una nuova vita, senza però smettere di essere lo ’sceriffo’, anzi compiacendosi di vestire come un cowboy, con tanto di cappello texano.
Francesca Chilloni