"Mancano all’appello quasi 400mila euro"

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Le problematiche delle società sportive, legate all’aumento delle utenze, sono generalizzate. Molte di queste peraltro utilizzano, in parte o in toto, impianti comunali, gestiti tramite gli affidamenti della Fondazione per lo Sport del Comune. E il suo presidente, Mauro Rozzi, e il consiglio di gestione sono ben consci della situazione.

Rozzi, in previsione della stagione fredda vi sono timori per un possibile aumento vertiginoso dei costi per le società sportive e le strutture?

"Più che timore vi è consapevolezza. Sappiamo che sarà impossibile tornare al passato. Quindi è verosimile che i costi saranno più alti rispetto all’anno scorso o all’era precovid, ma confidiamo anche non vi sia il perdurare di tariffe raddoppiate, triplicate o peggio; una situazione come quella attuale non è sostenibilei, si metterebbe a rischio l’apertura stessa degli impianti. Ma siamo fiduciosi".

Nel frattempo in che misura è intervenuta la Fondazione a sostegno degli operatori?

"Abbiamo inteso salvaguardare le attività delle società non aumentando loro le tariffe d’uso degli impianti. Coi gestori degli impianti di pertinenza del Comune poi il dialogo è aperto perché è indubbio che le utenze sono maggiorate. Per questo, soprattutto con chi ha in gestione gli impianti, diciamo così, più energivori, c’è un confronto aperto già da alcuni mesi. Abbiamo raccolto i dati che ci hanno fornito sui consumi e affidato a uno studio esterno l’analisi dei costi e di alcune richieste di revisione dei piani economico finanziarii. Ora li stiamo esaminando per arrivare a proporre all’amministrazione comunale i dati utili alla possibile rinegoziazione degli accordi. Già comunque si comprende che le cifre saranno più alte rispetto al passato".

Per avere un’idea?

"Posto che bisogna considerare per ogni impianto differenze tra tipologia di utilizzo, eventuale servizio scolastico, discipline sportive pomeridiane e la sua efficienza energetica, e che ci portiamo dietro anche le problematiche derivate dalla pandemia, ovvero l’interruzione delle attività per alcuni mesi e il calo degli utenti, siamo nell’ordine di un incremento di circa 300-400mila euro. Adesso si tratta di capire come intervenire".

Saranno i cittadini a subirne le conseguenze?

"Non è il nostro intento. Per prima cosa chiederemo al Comune di incrementare il suo contributo alla Fondazione per calmierare i costi gestionali. Stiamo già lavorando insieme ai gestori per migliorare l’efficienza energetica degli impianti. Se poi i costi dell’energia, a livello globale, continueranno a crescere molto, allora dovremo fare ulteriori ragionamenti".

g. g.