Massimiliano Cova morto sugli sci a 39 anni

Tragedia su una pista nera a Pampeago. La vittima è un operaio di Parma che lavorava per la coop Archeosistemi. Forse ha urtato un cannone sparaneve

Massimiliano Cova, 39 anni, era uno sportivo innamorato dello sci alpino

Massimiliano Cova, 39 anni, era uno sportivo innamorato dello sci alpino

Reggio Emilia, 13 gennaio 2020 - Un socio operaio della cooperativa ArcheosistemiMassimiliano Cova, 39 anni, di Parma – è morto l’altra mattina sulle nevi di Pampeago, in val di Fiemme. Massimiliano, sciatore provetto, è caduto sulla Agnello, una pista nera, famosa tra gli amanti degli sport invernali, che lo emozionava e metteva alla prova con i suoi muri ripidissimi.

Ma sabato mattina – in una giornata splendente, di sole abbacinante – qualcosa è andato storto: Massimiliano ha preso troppa velocità ed è caduto rovinosamente, forse dopo aver urtato un cannone sparaneve, forse dopo aver accusato un malore. Al momento non ci sono certezze: l’assenza di testimoni diretti lascia aperte tutte le ipotesi. Toccherà alla polizia ricostruire con esattezza le circostanze della tragedia, mentre dalla procura di Trento si attende il via libera all’autopsia.

Cova era arrivato da poco sulle nevi di Pampeago, località che frequentava da tanti anni e dove poteva contare sulla casa di famiglia. Con lui, la fidanzata e altri amici. Sulla pista Agnello, Cova aveva anticipato il resto del gruppo di qualche decina di metri. E’ stato sul secondo muro, sul margine della pista, che gli amici hanno trovato il corpo di Massimiliano, ormai senza vita. Nell’impatto aveva perso anche il casco, un accessorio considerato ormai quasi indispensabile dagli appassionati. L’immediato allarme, con l’arrivo degli addetti agli impianti di risalita, dell’elisoccorso – oltre che degli agenti sciatori della Polizia – è stato purtroppo inutile.

Come si diceva, Cova era un socio operaio della coop reggiana Archeosistemi, aderente a Legacoop fin dalla fondazione, e attiva da tanti anni nel campo dell’archeologia, del restauro, delle iniziative culturali e degli allestimenti museali.

Gli amici lo descrivono come uno sportivo vero, sempre attivo, innamorato delle sfide, affrontate sempre con preparazione e senso si responsabilità. Aveva un’altra passione: la musica. Era stato uno dei fondatori del Positive River Festival, che in provincia di Parma era nato per coagulare le energie degli appassionati di reggae. Ma l’amore vero era quello per lo sci, per la val di Fiemme, e quella pista così impegnativa.