Meningite, come sta l'uomo di Guastalla colpito dalla malattia

La madre: "Si è svegliato. Mio figlio è un leone, ce la farà"

SPERANZE Una foto del reparto dell’ospedale di Guastalla

SPERANZE Una foto del reparto dell’ospedale di Guastalla

Guastalla, 12 gennaio 2019 - Le condizioni sono definite ancora 'gravi e stazionarie', con la prognosi che resta riservata. Ma sono in molti, moltissimi, a pregare e sperare per l’uomo di 35 anni ricoverato da alcuni giorni, prima al Maggiore di Parma e poi all’ospedale civile di Guastalla, la cittadina dove abita, per un caso di meningite da meningococco. Per ovvi motivi di privacy non forniamo dati personali. Ma si tratta di una persona che a Guastalla e nella Bassa è conosciuta e stimata. E per questo sono stati numerosi amici e conoscenti che manifestano vicinanza alla sua famiglia. Tanto che sul web è intervenuta la madre: «Ciao a tutti. Volevo farvi sapere che mio figlio è grave, ma è un leone e sicuramente ci salterà fuori». Un messaggio aggiornato ieri verso le 18 con una notizia positiva: «Si è svegliato».

Vaccino (archivio)

Un messaggio a cui sono seguiti numerosi commenti sui social. Numerosi gli incoraggiamenti, frasi di speranza e di ottimismo rivolti all’amico ricoverato. «Tieni duro, ce la farai. Sei una persona con una grande anima, che trova sempre una bella parola per farti sorridere e tirare su di morale», scrive un amico. E un familiare ringrazia. E lancia un appello «Ha bisogno di tutti voi, pregate perché si riprenda. Grazie di cuore». Una gara di affetto che coinvolge un’intera comunità.

Intanto, come da prassi, è stata avviata da subito la profilassi prevista per i familiari e per i contatti stretti ospedalieri del caso. La meningite meningococcica, provocata da un batterio, può essere contagiosa. Ma la trasmissione non è facile: avviene con l’emissione di goccioline di saliva che si trasmettono parlando, starnutendo o tossendo. Sono dunque a rischio di contagio le persone che hanno avuto un contatto «stretto e prolungato» con il paziente nei sette giorni precedenti l’insorgere della malattia.

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