Mortadella per i panini a Reggio Emilia: quattro dimissioni e un licenziamento

Dopo le indagini interne dell'azienda di Correggio, sono 10 gli operai nei mirino. Sette sono nei guai seri per aver prodotto "azioni tese a sottrarre e portare all'esterno beni di produzione aziendale", mentre altri tre se la caveranno con sazioni minime

Panini alla mortadella

Panini alla mortadella

Reggio Emilia, 19 ottobre 2022 - Sette operai nei guai seri e tre invece che se la caveranno con sanzioni minime. E' questo il bilancio del caso mortadella, scoppiato nei giorni scorsi nell'azienda agricola Tre Valli di Correggio, società del Gruppo Aia. Sono quindi in totale dieci i dipendenti che sono stati raggiunti da provvedimenti disciplinari, dopo che due operai erano stati sospesi per aver consumato alcune fette di mortadella - a loro dire degli scarti di produzione - che sarebbero invece state destinate alla vendita.

A fare luce sulla situazione sono stati i sindacati di categoria provinciali Flai-Cgil e Fai Cisl, che venerdì hanno incontrato la proprietà. "L'azienda- spiegano- ha chiarito fin da subito che le indagini investigative e le procedure disciplinari conseguenti si sono svolte nel pieno rispetto delle leggi e dei contratti". Gli accertamenti, ha aggiunto la "Tre Valli" si sono resi necessari "a fronte delle continue segnalazioni di ammanchi di denaro e beni personali dagli armadietti degli spogliatoi di un reparto".

Nello specifico, continuano le organizzazioni sindacali, "dalle indagini sarebbero emersi elementi che proverebbero, da parte di sette dipendenti, azioni tese a sottrarre e portare all'esterno beni di produzione aziendale senza nessuna autorizzazione. Inoltre, è stato segnalato anche il coinvolgimento di altri tre dipendenti che in modo abituale avrebbero consumato negli spogliatoi confezioni di affettati sottratti dalla produzione senza autorizzazione". Questi ultimi, ha deciso sempre l'azienda, "non saranno licenziati ma si procederà applicando la sanzione minima prevista dal contratto nazionale. Più delicata, invece, la posizione dei sette lavoratori che avrebbero impropriamente sottratto beni di produzione: quattro di loro si sono dimessi volontariamente, due hanno ricevuto una contestazione nella giornata di venerdì 16 settembre e nella stessa data ad una persona è stata inviata lettera di licenziamento”.

A questo punto, continuano Fai e Flai, "l'azienda considera chiuse le indagini investigative dichiarando che non ci sono altri lavoratori coinvolti e auspicando che tali eventi non accadano in futuro. E' stato ribadito che tali episodi non comporteranno in nessun modo eventuali ricadute per il futuro dello stabilimento di Correggio, al contrario si confermano tutti gli impegni assunti d'investimento previsti e le attività svolte nel sito".

I sindacati hanno pertato "preso atto della posizione aziendale" e valuteranno "i singoli casi dei lavoratori che si dovessero rivolgere alle loro sedi". Auspicano però "che i circa 630 dipendenti dello stabilimento di Correggio possano continuare a lavorare serenamente", avvisando infine che "le generalizzazioni fatte negli articoli di stampa rispetto alle cattive abitudini che tutti avrebbero conosciuto e praticato non sono veritiere". Quindi "se dovesse continuare questa campagna diffamatoria non escludiamo di tutelare in tutte le sedi la reputazione e l'onestà dei dipendenti", chiudono Flai e Fai.