Nasce WeFestival coi nuovi mercoledì reggiani

La rassegna ideata dall’associazione Ristoratori prevede serate da settembre a ottobre con musica, spettacoli e cibo nelle piazze della città

Migration

di Daniele Petrone

Si chiama WeFestival. E prende spunto dallo slogan inglese WEdnesday is the new WEekend (che tradotto significa: il mercoledì è il nuovo fine settimana). È la nuova rassegna di quattro serate – ogni mercoledì, dal 14 settembre al 5 ottobre – promossa dall’Associazione dei Ristoratori Reggiani, in collaborazione con il Comune e con tutte le associazioni di categoria (Cna, Confesercenti e Confcommercio) per animare il centro storico di Reggio con musica, spettacoli, cibo e negozi aperti anche di sera.

Un’iniziativa che va in continuità con la sperimentale Aspettando l’Arena, con le serate di giugno scorso che ruotavano attorno ai grandi concerti al Campovolo. E che di fatto va a superare i tanto dibattuti Mercoledì Rosa estivi, kermesse eliminata dal cartellone cittadino perché ritenuta vetusta nelle sue modalità, anche dagli stessi esercenti. I quali hanno capito che qualcosa andava fatto, mettendosi in gioco e investendo per portare gente in città. Ciò che è cambiato, in chiave positiva, sta proprio nella sinergia tra tutti gli enti. Come spiega bene l’assessora al commercio, Mariafrancesca Sidoli: "È una risposta di visione con la quale si sono create le condizioni grazie a una cabina di regia che sta funzionando. Abbiamo ridiscusso insieme a tutti gli attori del territorio per il bene comune. Ciascuno ha il suo ruolo, ma l’importante è superare il momento di crisi. Vogliamo governare col territorio. Il fatto che tante persone siano seduto attorno a questo tavolo è un ottimo segno, perché la città si muove insieme. È un esempio virtuoso".

Il Comune, come patrocinio, metterà a disposizione allacci elettrici, palchi, strutture, agevolazioni burocratiche e di occupazione pubblica.

"Nei mesi di giugno e luglio abbiamo sofferto cali di incasso, sia per le calde temperature sia perché in provincia c’erano molti più eventi rispetto alla città. Così abbiamo voluto proporre qualcosa che vorremmo, a mo’ di festival, continuare di anno in anno, per attirare gente – spiegano i promotori Federico Riccò, Luca Ferri e Paolo Croci dell’associazione Ristoratori Reggiani – Il mercoledì è sempre stata la serata dei reggiani. Cercheremo però, nel lungo periodo, di creare eventi anche di sabato sera, un giorno in cui le piazze sono deserte. Ma anche di organizzare talk per rivolgersi a un target più completo".

Soddisfatte anche le associazioni di categoria, da Azio Sezzi (Cna) a Giovanni Campani (Confesercenti) fino a Monica Soncini (Confcommercio): "Questo è un esempio plastico di una collaborazione. A volte si hanno posizioni o aspettative diverse, ma quando l’obiettivo da raggiungere è rivitalizzare il centro, è importante avere una condivisione. Questo è anche un modo per sfidare un periodo disastroso per il commercio a causa del caro energia".

Il format prevede oltre quaranta appuntamenti tra le piazze del centro storico e le vie attigue, ognuna con un genere musicale diverso, seguendo un filo logico già in parte visto in Aspettando l’Arena. Si parte il 14 settembre, dalle 19 fino alle 24 con musica e negozi aperti. Il programma completo con tutti gli spettacolo è sul sito www.wefestivalreggioemilia.it.

Grande curiosità anche per un evento speciale nell’ambito del festival che si terrà sabato 17 dalle 16 alle 23 e domenica 18 dalle 10 alle 23, in piazza Fontanesi – l’agorà più francese di Reggio – che si trasformerà in una "Petit Montmartre". Si tratta di una mostra di beneficenza per raccogliere fondi a favore del Grade Onlus che vedrà 35 artisti bohemien piazzarsi coi loro cavalletti a dipingere quadri dal vivo, per poi mettere le opere in vendita, oltre a un fisarmonicista che eseguirà musiche di sottofondo dal vivo. "Il ricavato servirà a finanziare una ricerca sui linfomi, con l’obiettivo di ridurre i cicli di chemio e radioterapia, perciò anche gli effetti collaterali dei pazienti. Servono 1,2 milioni di euro complessivi, ma ormai ce ne mancano 4-500mila", hanno spiegato Roberto Abati, direttore della Onlus e la volontaria Federica Oleari, presenti ieri alla conferenza stampa in piazza Fontantesi.