Non ci fu violenza, assolto 30enne

Era accusato dalla ex compagna, ma una registrazione e le testimonianze non hanno retto in tribunale

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di Alessandra Codeluppi

Maltrattamenti e violenza sessuale: di queste due pesanti accuse un 30enne è stato chiamato a rispondere dalla ex compagna.

L’uomo, processato con rito abbreviato davanti al giudice Silvia Guareschi, è stato assolto da entrambe le imputazioni "perché il fatto non sussiste".

Lui è italiano e fa l’operaio, la donna è appena più giovane. La coppia, che si frequentava da parecchi anni, ha avuto una figlia: la donna aveva denunciato di essere stata insultata dall’allora convivente in modo pesante, di essere trattata come se lei non avesse importanza e di essere stata svilita anche davanti alla minorenne. Non solo: lei lo accusava anche di aver abusato sessualmente di lei.

Nel processo la donna si è costituita parte civile, chiedendo il risarcimento danni. E, per dare forza al proprio racconto, ha depositato in tribunale un audio registrato con il cellulare: a suo dire, quel file dimostrava che lei, nel maggio 2021, aveva davvero subìto la violenza dal compagno.

Inoltre sosteneva anche di essere stata vittima di un ulteriore episodio di abuso sessuale.

Le indagini sulla vicenda al centro delle contestazioni, collocata a Sant’Ilario, sono state seguite dai carabinieri: il fascicolo è approdato al procedimento giudiziario a carico del 30enne, che ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato.

L’imputato, difeso dall’avvocato Elena Ravelli, ha reso spontanee dichiarazioni, nel corso delle quali si è difeso dalle contestazioni a lui mosse.

Ravvisando la responsabilità penale dell’imputato, il pm ha chiesto 4 anni e 2 mesi.

Tra gli elementi indicati a sostegno della tesi accusatoria, oltre all’audio è stata portata anche la testimonianza della vicina di casa, che ha detto di aver sentito le liti della coppia, e quella della madre della donna.

Nella sua arringa l’avvocato Ravelli ha cercato di smontare sia la ricostruzione basata sul file audio, sia i maltrattamenti e l’altro episodio di abuso, sostenendo che non ci fossero prove.

In particolare ha sostenuto che per dimostrare il reato di violenza sessuale occorra provare l’induzione e la costrizione, presupposti, che, a suo dire, in questa vicenda non sussistono.

Alla luce di queste considerazioni, la difesa ha chiesto l’assoluzione, vedendo accolta la propria domanda dal giudice.

Al termine del processo, è stata revocata anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna, a cui il 30enne era stato sottoposto.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.