Reggio Emilia, aiutò il nonno deportato: l’incontro dei nipoti

Nel ’43 Ageo Razzini diede ad Audilia Cappelletti una lettera da consegnare alla famiglia. Ieri la consegna di una copia di quel testo. La pronipote della donna è Elena Pagliarini, infermiera simbolo della lotta al Covid

Lo scatto diventato famoso che ritrae Elena Pagliarini

Lo scatto diventato famoso che ritrae Elena Pagliarini

Reggio Emilia, 29 aprile 2022 - Nel 1943, mentre era in viaggio su un treno che lo conduceva al campo di concentramento nazista di Dachau, Ageo Razzini, detto Ciano, di Novellara, approfittando della fermata nella piccola stazione di Malagnino, nel Cremonese, riuscì ad attirare l’attenzione di una ragazza, chiedendo la cortesia di inviare una lettera, ovviamente fornendo l’indirizzo, per informare i suoi familiari che lui era vivo, pur se prigioniero dei tedeschi. Quella giovane donna era Audilia Cappelletti. Si mise subito all’opera per esaudire la richiesta di quel giovane a lei sconosciuto. Alcuni giorni dopo la lettera arrivò a destinazione.

Lo scatto diventato famoso che ritrae Elena Pagliarini
Lo scatto diventato famoso che ritrae Elena Pagliarini

Al termine della guerra, Ageo Razzini tornò a Novellara, sano e salvo. E ora, a quasi 80 anni di distanza, i suoi familiari hanno deciso di avviare accertamenti per rintracciare i parenti della signora Audilia, per poterli ringraziare di quanto fatto nel lontano 1943 alla stazione del paese lombardo.

"Grazie a una serie di contatti social e alla collaborazione del sindaco di Malagnino, Donato Losito, siamo riusciti nel nostro intento", racconta Alberto Razzini, nipote di Ciano e attualmente in carica come assessore comunale a Novellara. "Insieme a mio padre Andrea e a zia Marta – aggiunge – nel corso di una cerimonia pubblica a Malagnino, abbiamo consegnato copia della lettera ai parenti di Audilia, alla presenza di un folto gruppo di alunni delle scuole elementari del paese, i quali hanno realizzato un importante lavoro di ricostruzione della vicenda accaduta quasi 80 anni fa". Una copia della lettera è stata consegnata a Elena Pagliarini, pronipote di Audilia, mentre un’altra copia è finita alle scuole di Malagnino, a ricordo di questo evento.

Elena è un personaggio molto noto: si tratta infatti dell’infermiera dell’ospedale di Cremona, due anni fa protagonista di una fotografia che era diventata "virale" in tutto il mondo. Era stata fotografata mentre, sfinita dal lavoro anti Covid in piena emergenza, si era appoggiata alla postazione del computer, addormentandosi senza più forze.

"È stato un momento emozionante – confida Alberto Razzini – perché abbiamo rievocato un evento storico per fortuna a lieto fine: mio nonno, infatti, riuscì a tornare a casa e a creare una famiglia. Purtroppo non fu lo stesso per molti altri internati nei lager e nei campi di lavoro nazisti, partiti con quei treni carichi di prigionieri".