Pentiti davanti al giudice "Non volevamo uccidere"

I due giovani accusati del tentato omicidio del 19enne Giuseppe Checchia raccontano la lite all’esterno del Rockville: "Una vicenda sfuggita di mano"

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di Valentina Reggiani

"Non avevamo intenzione di uccidere Giuseppe. Lui non c’entrava nulla".

Provati e dispiaciuti.

Sarebbero apparsi così, ieri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia Kevin Coppolecchia, 18enne di Castellarano e Daniele Eugenio Vernucci, 21 anni, di Sassuolo arrestati per tentato omicidio aggravato a seguito del pestaggio del 19enne Giuseppe Checchia all’esterno della discoteca Rockville di Castellarano.

La vittima, a causa delle lesioni riportate, è rimasta in coma ben 17 giorni.

I due giovani amici restano in carcere in attesa che il giudice si esprima sulla richiesta di sostituzione della pena avanzata dal legale difensore.

I due sono stati sentiti ieri mattina dal Gip all’interno della casa circondariale della Pulce e avrebbero ricostruito la dinamica di quanto accaduto quella terribile sera. Una ricostruzione non dissimile da quella effettuata dalla procura.

"Non intendevamo certo uccidere Giuseppe; non c’entrava nulla nello scontro", hanno dichiarato davanti al giudice.

"Mi hanno subito chiesto come stesse Giuseppe. Sono consapevoli della gravità delle accuse e sono molto provati; sono due ragazzi molto giovani che si sono trovati in una vicenda più grande di loro: sono provati da quello che è accaduto e dalla detenzione in carcere. Una vicenda che quella sera è sfuggita di mano e certo non si aspettavano quell’epilogo", sottolinea l’avvocato dei due giovani, Roberto Ghini.

"Hanno reso la loro dichiarazione e spiegato quanto accaduto quella sera. Sarà importante capire cosa sia capitato prima". Secondo il legale non si può parlare di tentato omicidio e sottolinea come il carcere non sia un luogo idoneo per i due giovani. "Soprattutto per il 18enne, finito in carcere per un pugno e abbiamo chiesto la sostituzione della misura cautelare. I due gruppi, quello di Modena e quello di Sassuolo avrebbero avuto un contrasto all’esterno del locale – spiega Ghini – ma secondo i miei assistiti sarebbe stato il gruppo di modenesi a lanciare inizialmente sassi e bottiglie e ciò emerge anche dalle indagini. I sassolesi avrebbero poi avuto una reazione che sicuramente non è in alcun modo giustificabile ma non avevano intenzione di uccidere. Il 18enne avrebbe colpito con un pugno Giuseppe perchè era arrabbiato e confuso per la situazione; la vittima si sarebbe difesa e Vernucci lo avrebbe poi colpito con la pietra, tirandola ‘alla cieca’ per allontanare quella situazione". Non è chiaro con esattezza cosa abbia originato la lite tra i due gruppi di giovani che – a detta dei testimoni – non si sarebbero mai visti prima di quella notte.

‘Dall’ambiente’ trapela però qualche dettaglio in più, ovvero che i due gruppi di amici abbiano iniziato a discutere per una ragazza, forse contesa.

I giovani indagati due giorni fa sono stati condotti in carcere su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Dario De Luca su richiesta del pm Pantani. Il giudice per le indagini preliminari ha definito il contesto in cui l’aggressione è maturata come di "inaudita quanto assurda e ingiustificata violenza aggressiva".

Secondo le indagini sarebbe stato appunto Coppolecchia a colpire con un pugno Giuseppe mentre il 21enne, che già custodiva tra le mani la grossa pietra, gliela avrebbe scagliata contro il cranio, provocandogli lesioni gravissime. Non paghi, i due avrebbero continuato ad accanirsi su Giuseppe anche mentre il giovane si trovava a terra, sanguinante, compiendo, secondo la procura atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionarne la morte.