"Pietro, invalido e dimenticato da tutti"

Il nipote Giovanni, 72 anni: "Lo zio non riesce a entrare in una casa di riposo: e i soldi non bastano più" .

"Pietro, invalido e dimenticato da tutti"

"Pietro, invalido e dimenticato da tutti"

Ultimo dell’ultimo paese del comune del crinale dell’Appennino, Ventasso: Pietro Bolognini 80 anni, artigiano in pensione a cui è stata riconosciuta tre anni fa l’invalidità al 100% e con l’accompagnamento, vive solo a Succiso.

Pietro percepisce 1.400 euro (900+500) che spesso non bastano per pagare lo stipendio della badante.

Si occupa di Pietro il nipote Giovanni, pensionato di 72 anni, anche lui cagionevole di salute.

Da tre anni chiede per lo zio un posto convenzionato in qualche casa di riposo e la risposta delle assistenti sociali è sempre la stessa: è terzo o quarto in graduatoria.

La situazione, certificata dal medico di base dottor Lorenzo Ferrari, è diventata insostenibile per il nipote Giovanni Bolognini che tre settimane fa aveva fissato un incontro con il sindaco Enrico Ferretti, per affrontare e cercare di risolvere il problema insieme alla presenza anche del medico Ferrari.

Purtroppo l’incontro è saltato per impegni del sindaco e la segretaria si era presa l’incarico di comunicare il nuovo appuntamento.

"Sono passate più di tre settimane e dal Comune di Ventasso non ho ricevuto nessuna telefonata per l’incontro con il Sindaco, che avrà i suoi impegni - afferma rammaricato Giovanni Bolognini - ma non può non rispondere alle richieste dei suoi cittadini. Io e mio zio abitiamo nella stessa casa a Succiso, mio zio è al piano sotto con la badante e io al piano sopra. Anch’io ho poca salute, sono uscito da poco dall’ospedale e qui in pratica mi devo occupare di tutte le altre spese della casa e del vivere quotidiano con una pensione da artigiano di 900 euro al mese. La badante, quando vado a fare la spesa a Castelnovo mi manda la nota sul telefonino e chi paga sono io. L’altro giorno solo per la spesa ho pagato più di 170 euro. La badante ha ragione e quello che mi mette nella nota io lo compro, non mi permetto di farle osservazioni perché lei prende la valigia e alla prima corriera se ne va. Non è facile trovare una badante che venga a Succiso, restano chiuse in casa, mio zio ne ha cambiate tre".

Il nipote Giovanni trova assurdo che lo zio Pietro, invalido al 100% e in una situazione familiare decisamente precaria, sia rimasto fermo in graduatoria da quando ha fatto richiesta, oltre tre anni fa, di un posto convenzionato, dando la propria disponibilità per qualsiasi ricovero della montagna, da Carpineti a Castelnovo Monti e a Cereggio di Ventasso.

Pietro non è in grado di pagare la quota intera.

"Per questo voglio parlare con il sindaco Ferretti per vedere se può darmi una mano per far entrare mio zio Pietro in una struttura convenzionata - prosegue il nipote Giovanni – penso ne abbia tutti i diritti. Sono più di tre anni che ho fatto la richiesta alle varie Residenze sanitarie per anziani, però siamo sempre fermi al punto di partenza. Le assistenti sociali che seguono mio zio mi dicono che in graduatoria non è messo male, è al terzo/quarto posto, ma sono tre anni che mi spiegano che è così. Dicono che ci sono casi più gravi che passano avanti, però questo non lo possono dire le assistenti, lo deve dire il medico ed è per questo che io, all’appuntamento con il sindaco mi ero presentato con il dottor Ferrari: solo lui avrebbe potuto spiegare la situazione di salute di mio zio. Anzi gentilmente Ferrari mi ha rilasciato una certificazione in cui scrive fra l’altro che ‘il paziente Pietro Bolognini, affetto da pregresso diabete tipo due, presenta esiti importanti di emiparesi destra a seguito evento ischemico cerebrale sinistro... Deambula lentamente con quadripode...elevato rischio cadute...sarebbe utile la dislocazione in una struttura residenziale assistenziale perché vive da solo e il nipote che lo segue è affetto da importanti patologie in evoluzione’. Questo lo scrive il nostro medico, cos’altro ci vuole? Devo aspettare che mio zio muoia in casa?".

Settimo Baisi