Aemilia, minacce in un’intercettazione. Sotto scorta giudice

Il presidente vicario del Tribunale viene seguito dai carabinieri in tutti i suoi spostamenti

Il giudice Cristina Beretti

Il giudice Cristina Beretti

Reggio Emilia, 7 luglio 2017 - Ha trovato conferma la notizia che il giudice Cristina Beretti, presidente vicario del Tribunale di Reggio Emilia, è sottoposto a una misura di protezione venendo seguito nei propri spostamenti da un nucleo specializzato dei carabinieri.

Si tratta a tutti gli effetti di una scorta, pur nel suo grado più ‘lieve’ (il primo di quattro possibili), chiamata a tutelare l’incolumità del giudice, 53 anni. Il provvedimento è stato preso dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, cui prendono parte i vertici delle forze dell’ordine provinciali, il prefetto, il procuratore capo ma anche il procuratore generale. A livello operativo, la Beretti è seguita da sanbato scorso all’esterno del palazzo di Giustizia reggiano, ma anche all’interno.

Risulta che la Beretti, che fa parte del collegio giudicante del processo Aemilia, sia stata oggetto di una conversazione di un imputato intercettato in carcere. In particolare, si sarebbe fatto riferimento nelle frasi incriminate al suo stato di salute, con un tono ovviamente intimidatorio. Ecco perché si è deciso di innalzare l’attenzione nei confronti del presidente vicario del Tribunale, che negli ultimi anni ha deciso anche per importanti sequestri patrimoniali nei confronti di diversi imputati.

Proprio in virtù dell’importante ruolo che riveste per il Tribunale reggiano, il giudice può ora contare su un dispositivo di sicurezza per scacciare ogni possibile rischio. Come detto, il livello 1 della scorta non prevede un dispiego di uomini e dotazioni imponente, ma si tratta pur sempre di una misura di tutela costante, con uomini e automobili dedicati all’accompagnamento della persona da proteggere.

L’investimento di risorse per la tutela testimonia in ogni caso dell’importanza e della necessità di questa misura specialmente in un’epoca in cui, come noto, non abbondano i fondi a disposizione delle forze dell’ordine e della Giustizia. Lo stesso giudice è stato sempre in prima linea per garantire il massimo impegno possibile del Tribunale in questi anni di processi delicatissimi nonostante l’evidente carenza di uomini e mezzi.

«Io non dico assolutamente niente», ha commentato ieri la Beretti in una sosta del processo Aemilia. «Di queste cose non si parla», ha subito aggiunto in riferimento alla scorta assegnata il giudice Caruso, presidente del collegio giudicante. C’è il massimo riserbo sui dettagli operativi legati alla tutela di garanzia per il giudice Beretti, proprio per non esporlo ulteriormente a rischi.

Naturalmente, la composizione della scorta e la sua attività saranno oggetto di ulteriori valutazioni nei prossimi mesi da parte del comitato in base anche ai riscontri investigativi legati alle intimidazioni.

Va anche ricordato che questo tipo di tutela viene assegnato a persone che rivestano ruoli di rilievo in ambito civile e politico e non necessariamente oggetto di attacchi. Attualmente, in Italia sono circa 180 le persone protette con questo tipo di prevenzione. Il numero cala decisamente risalendo i livelli della scorta fino al quarto. In totale, sono quasi 600 le personalità che possono contare su questa misura di sicurezza. Circa 400 le auto blindate a disposizione per garantire la loro incolumità.

p.g.