"Profitti record, date 800 euro ai lavoratori"

Il sindacato ha passato al setaccio i bilanci di centinaia di aziende su 5 anni: "Utili da capogiro, aiutate gli operai a pagare le bollette"

Migration

"I profitti sono record e i salari sono al palo. Date 800 euro ai lavoratori per aiutarli a pagare le bollette". Ecco la fotografia scattata dalla Fiom reggiana sui bilanci depositati da 857 aziende metalmeccaniche della provincia dal 2016 al 2021. Numeri che riguardano oltre 30mila dipendenti.

"La situazione economica delle imprese metalmeccaniche reggiane, al contrario delle dichiarazioni durante e post pandemia, non è sana: è vigorosa. Lo dicono i dati", commenta Simone Vecchi, segretario provinciale Fiom. Il confronto con il 2016 ha visto infatti crescere il settore di oltre il 50% per quanto riguarda il valore della produzione, cioè la somma dei fatturati, e un aumento del 164% del valore complessivo di utile netto, che l’anno scorso ha raggiunto il record di 687 milioni di euro di profitti al netto delle tasse. "Questi dati descrivono un settore metalmeccanico economicamente solido e molto dinamico, ma al contempo troppo diseguale con un’ingiusta distribuzione della ricchezza prodotta – continua Vecchi –. Una contraddizione moralmente intollerabile e socialmente ingiusta".

L’analisi vede un andamento dell’utile netto complessivo negli ultimi tre anni del 52,33% mentre il costo del personale aumenta solo dell’11,34%. "La velocità di crescita dei profitti è cinque volte superiore alla velocità di crescita del costo del lavoro e questo è indicatore di una cattiva distribuzione della ricchezza prodotta", spiega Matteo Gaddi, del coordinamento attività scientifica e analisi economica della Cgil di Reggio, che ha condotto lo studio.

"Nelle 857 imprese analizzate, nel 2021, sono stati accumulati 687 milioni di utili netti, 236 milioni in più del 2018, anno particolarmente significativo perché è stato l’anno record per la metalmeccanica reggiana, con il valore di utili più alti del decennio. E ora vediamo che il 2021 lo supera di oltre il 50%, mostrando un andamento mai visto nella storia della nostra provincia", chiosa il segretario.

Solo negli ultimi tre anni, si legge nelle tabelle, sono stati accumulati dalle imprese utili netti per oltre un miliardo e mezzo di euro. E recenti i dati forniti dalla Camera di Commercio e da Unindustria descrivono un andamento nel primo semestre 2022 che migliora ancora il trend.

"Questi numeri mettono in una luce diversa le parole che spesso ascoltiamo ai tavoli di trattativa – spiega Vecchi –. Per questa ragione, ovunque siano presenti nostri delegati, presenteremo richieste salariali aggiuntive: nelle imprese in cui sono stati stipulati accordi negli ultimi mesi o anni saranno richiesti 600 euro di rimborsi energetici, come reso possibile dal Decreto Aiuti, e 200 euro di buoni benzina. Defiscalizzati e come ’una tantum’". Nelle imprese in cui i contratti aziendali invece sono appena scaduti verranno richiesti aumenti salariali fissi cercando di salvaguardare il potere d’acquisto di tutti i lavoratori. "Comprendiamo le preoccupazioni degli imprenditori per il prossimo inverno – fa appello Vecchi –, ma con queste cifre serve davvero coraggio per negare un aiuto ai lavoratori nel far fronte al caro energia".

Uno dei dati più significativi che emerge dall’analisi "contraddice la narrazione di questi anni, soprattutto per quanto riguarda il periodo del Covid", illustra l’economista Gaddi. "Nel 2020 tre aziende metalmeccaniche su quattro hanno fatto utili, e il 45% ha visto crescere gli utili rispetto al 2019". "Chiediamo alle imprese di dare una prova di responsabilità sociale, perché è evidente che di fronte a un’inflazione straordinaria e a utili crescenti è necessario dare risposte adeguate ai dipendenti – conclude Vecchi –. Speriamo non si debba arrivare a scioperare in tutte le imprese per poter garantire ai lavoratori un pezzettino di quella torta".

Benedetta Salsi