Ricordatevi che è un luogo di socializzazione

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Vivian

Menozzi*

Io sono una studentessa dell’Ateneo di Unimore quindi frequento più la biblioteca universitaria di altre, ma la Panizzi ha sempre fatto parte del mio percorso di studi.

Ho anche molti amici a cui piace ritrovarsi in Panizzi, sia per la comodità della posizione, sia per poter studiare insieme a chi non fa parte di Unimore. Inoltre la Panizzi durante il giorno per chiunque, dai più piccoli ai più anziani, è uno dei posti principali di ritrovo, quindi non solo di studio, ma anche di socializzazione.

Con la biblioteca chiusa al pomeriggio bisogna riorganizzarsi per andare in altri luoghi, biblioteche più lontane o si resta a casa. Questo per qualcuno può sembrare di poca importanza, ma per altri può risultare un vero e proprio disagio. La pandemia ha appunto evidenziato il fatto che diversi studenti non abbiano spazi adatti allo studio nelle loro case. Poi ammettiamo anche il fatto che il caldo dell’estate non aiuta, soprattutto in Centro Storico rende tutto più faticoso, anche lo studio. Quindi immagino che in estate l’affluenza di persone in biblioteca sia minore. Però in città si sente la chiusura della Panizzi, c’è più silenzio e meno possibilità di aggregazione.

A Modena le biblioteche restano aperte fino a tardi anche d’estate, mi chiedo perchè a Reggio non sia possibile, vista anche l’aspirazione a diventare una città più universitaria. La Panizzi è uno dei cuori della città, la rende più attiva essendo un importante centro di cultura. Credo sarebbe meglio non metterla in secondo piano, ma valorizzarla proprio adesso dopo tutti i vari lavori di restauro e gli sforzi che l’hanno resa la biblioteca accogliente e piena di novità che è diventata.

Non sarà fonte di grande guadagno, ma i cittadini pagano le tasse anche per la biblioteca e, in

ogni caso, il sapere e l’istruzione non è qualcosa su cui poter risparmiare, ma che porta a uno sviluppo socioeconomico e umano che a volte viene sottovalutato.

*studentessa Unimore