Reggio Emilia, quattro richieste di risarcimento contro i crimini nazisti

Settantasette anni dopo le cause deI familiari di due partigiani, un contadino trucidato e un deportato

Il monumento ai caduti a Ghiarda di San Rigo in memoria dei caduti

Il monumento ai caduti a Ghiarda di San Rigo in memoria dei caduti

Reggio Emilia, 9 novembre 2022 - Chiedono giustizia oltre settantasette anni dopo le famiglie di due partigiani, di un deportato e di un contadino trucidato. Sono le quattro cause avviate nel Reggiano per ottenere un risarcimento per i danni provocati dai crimini nazisti durante l’occupazione della Seconda guerra mondiale che potranno attingere (solo con sentenza definitiva) al fondo nazionale – con 55 milioni di euro già stanziati – creato quest’anno col decreto legge 36. Gli atti di citazione sono stati depositati (andava fatto entro il 27 ottobre scorso come termine ultimo) dalla legale Patrizia Pizzetti – su mandato dei familiari – all’avvocatura dello Stato del tribunale di Bologna.

I primi due casi riguardano quelli del partigiano Dante Beltrami (Fido il suo nome di battaglia) e di un altro compagno del quale però la famiglia preferisce non rivelarne l’identità. Vennero entrambi uccisi il 23 aprile del 1945, a due giorni dalla Liberazione, durante la cosiddetta Battaglia di Ghiarda di San Rigo. Per loro, l’avvocato ha chiesto un risarcimento di circa un milione di euro ciascuno.

Un altro caso riguarda invece Silvio Ferrari, un contadino di Toano che venne barbaramente trucidato il 30 luglio del 1944, in un rappresaglia nazista nell’ambito dell’operazione Wallenstein III che diede il via a una serie di rastrellamenti senza pietà nel nostro Appennino. Per lui la famiglia chiede un milione e quattrocentomila euro di risarcimento danni.

Infine, l’ultimo caso è di un deportato tornato vivo da un lager in Germania (deceduto tempo fa e anche di costui la famiglia preferisce non svelarne al momento l’identità); un’esperienza che lo ha inevitabilmente segnato psicologicamente. E per questo i suoi familiari chiedono un risarcimento attorno al milione di euro.

Le udienze dei quattro casi reggiani sono previste tra marzo e giugno. Solo nel caso in cui il giudice dovesse dare loro ragione e l’eventuale sentenza passasse in giudicato, le famiglie potranno avere accesso al fondo che prevede la liquidazione dei danni secondo le cosiddette tabelle romane che li quantificano per le perdite da rapporto parentale.

Il fondo – presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze – è stato sancito dal Decreto Legge n°36 che, all’art. 43, prevede il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità compiuti dal Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale. Ma solo per le sentenze passate in giudicato.