Sambirano, assolto un ex dipendente

Un uomo di 40 anni è stato assolto dall'accusa di appropriazione indebita presso il locale 'Sambirano'. Il giudice ha stabilito che non ha commesso il reato, considerando le testimonianze e la mancanza di prove concrete. La difesa e la Procura hanno concordato sull'assoluzione, evidenziando la situazione di difficoltà finanziaria dell'attività. L'imputato si è detto sollevato e ha espresso rammarico per la fine dell'attività.

Un uomo di 40 anni, che lavorava nel locale di via Crispi un tempo denominato ‘Sambirano’, elegante attività che ebbe un destino sfortunato, era finito a processo per appropriazione indebita: accusa da cui ieri è stato assolto dal giudice Luigi Tirone "per non aver commesso il fatto". Secondo l’iniziale ricostruzione investigativa, lui, allora dirigente preposto alla verifica degli incassi giornalieri e ai versamenti sul conto corrente societario di ‘Sambirano’, li aveva in parte intascati: per il 30 dicembre 2017 si ravvisava un ammanco di 130 euro, per il 2 gennaio 2018 di 45 euro e per il giorno dopo di 95. Una vicenda che nulla aveva a che fare con gli ingenti debiti accumulati dall’attività, con sede legale a Desio (Monza Brianza), che sfioravano i due milioni e comportarono una sentenza di fallimento emessa nel novembre 2018. Non solo la difesa, affidata all’avvocato Federico Fortichiari, ma anche la Procura ieri ha chiesto per il 40enne l’assoluzione: "Tutti conoscevano il luogo dove le somme venivano riposte", ha argomentato il pm riferendosi a un vano nel fondo di una fotocopiatrice. Prima sono stati sentiti due testimoni della difesa. Un altro ex dirigente ha parlato di questo spazio per tenere i contanti, riferendo che non c’erano telecamere e che nessuno aveva visto l’imputato prendere i soldi. Una donna ex consulente di ‘Sambirano’ per l’enoteca, ha sostenuto che a quel sito avevano accesso tutti per pagare i fornitori: era già palese che il locale aveva problemi di liquidità e c’era chi chiedeva subito il denaro. Il 40enne, la cui attività è poi proseguita altrove, è apparso molto sollevato: "Questa vicenda si protraeva da anni: accolgo la sentenza con soddisfazione. Ho sempre lavorato con onestà per un locale per la cui fine provo dispiacere".

Alessandra Codeluppi