Scontro aperto tra il difensore e il consulente della Procura

È scontro tra consulente della Procura e difesa sulla ricostruzione dell’incidente a Campegine in cui perse la vita il 45enne Abbas Uddin. Per la sua morte è a processo il 34enne Nicola Ferrante: il 13 febbraio 2021, alla guida di un’auto senza assicurazione, investì il 45enne in bici in via Marconi. Ferrante, difeso dall’avvocato Nino Giordano Ruffini, è imputato per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga del conducente. La titolare dell’inchiesta è il pm Maria Rita Pantani, che aveva ottenuto il rinvio a giudizio, deciso dal gup Luca Ramponi. Il 34enne sostiene che il ciclista non fosse visibile, che si era fermato ma era buio e non aveva visto il cadavere, pensando di aver investito un animale. La moglie, tre figli e due fratelli della vittima, residenti in Bangladesh, si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Domenico Intagliata. Davanti al giudice Matteo Gambarati, martedì è stato sentito il perito incaricato dalla Procura. Per l’esperto le luci della bici erano funzionanti, la bici era visibile e la velocità dell’auto era superiore al limite dei 50 km orari. Inoltre l’urto sarebbe avvenuto da tergo, quando Uddin circolava vicino al margine destro della carreggiata: la bici ha riportato danni sulla ruota posteriore e il corpo è finito nel canale. L’avvocato Ruffini ha sostenuto che la luce non poteva funzionare, che la ruota posteriore era rotta e non poteva girare, di conseguenza neppure la dinamo. È stata autorizzata la citazione come responsabile civile di UnipolSai spa, per il Fondo di garanzia per le vittime della strada, dato che la macchina non era assicurata. Prossima udienza in maggio per sentire testi di polizia giudiziaria.

al.cod.