"Serve una promozione culturale ecologica"

Le menti di quattro esperti membri del comitato scientifico al lavoro per captare le rapide evoluzioni nel mondo della nutrizione

Come possono il cibo e la ristorazione, su cui il nostro Paese fonda parte della sua identità, andare incontro a una rivoluzione? La risposta del Cirfood District a una domanda di questo tipo, tutt’altro che semplice, spetterà anche al comitato scientifico.

"Esistono importanti novità e queste andranno co-progettate, per definire il ruolo del cibo in rapporto alla nostra cultura, società e salute" ha anticipato ieri all’inaugurazione il dottor Andrea Pezzana, che oltre a essere medico specialista in scienze dell’alimentazione e dottore in psicologia clinica e di comunità, fa parte dei professionisti che compongono il comitato scientifico di Cirfood District. Un team che conta tra i suoi membri anche il professore ordinario di economia e gestione delle imprese Marco Frey, la professoressa di psicologia dei consumi e della salute presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Guendalina Graffigna, e la professoressa di pedagogia generale e sociale presso l’università di Verona, Luigina Mortari.

Le menti dei quattro esperti in altrettanti ambiti differenti andranno a intrecciarsi per captare le rapide evoluzioni nel mondo dell’alimentazione e come affrontarle.

"La componente psicologica aiuterà a delineare le nuove dinamiche che riguardano i comportamenti dei consumatori – illustra Pezzana – quella economica sarà la chiave per poter affrontare una trasformazione radicale, quella pedagogica farà da riferimento per una promozione culturale ecologica". Quanto all’aspetto più legato alla salute è forse inutile sottolineare l’importanza delle scelte alimentari, che comunque richiedono coraggio e consapevolezza per poter davvero attraversare un cambiamento. "La transizione proteica, ad esempio, diventerà sempre di più una necessità – conclude Pezzana – va detto anche pensando a scelte tradizionali che oggi non sono più sostenibili. La tradizione, questo è innegabile, spiega molto del rapporto cibo-salute; allo stesso tempo l’innovazione però non va ignorata ma anzi, bisogna prendere ciò che di buono ne deriva. In questo l’alimentazione collettiva può ricoprire un ruolo fondamentale".

g. ben.