Sgarbi: "Il murale è bello: lasciatelo stare"

Il critico d’arte: "Sarebbe un’idiozia, dov’è il pericolo? Autostrade dica quanti incidenti ha causato". E Zucchero: "Rimanga al suo posto"

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"Un’idiozia". Il professor Vittorio Sgarbi – critico d’arte, esperto di bellezza, principe dei polemisti – in seconda battuta rincara la dose: "Un’idiozia totale".

Sgarbi difende il murale, che – citando la strofa di una celebre canzone – ha trasformato una parete dell’ex sede dei Gap in un grande epitaffio per le famiglie partigiane Miselli e Manfredi.

Un grande affresco, sormontato dalla scritta Partigiano Reggiano, che – come scritto nei giorni scorsi – in un primo momento Autostrade avrebbe voluto fosse cancellato, poiché – in base all’articolo 23 del codice della strada – capace di distrarre gli automobilisti in transito.

"E’ bello – si oppone Sgarbi – è una scritta che si legge rapidamente mentre si passa in auto. Dov’è il pericolo? La citazione della canzone di Zucchero è assolutamente compatibile col viaggiare".

Il professore, che si trova anch’egli in viaggio, fa notare che – a voler proprio essere pignoli – l’autostrada è piena di possibili distrazioni create dalla stessa concessionaria: "Sto vedendo cartelli di ogni tipo che indicano luoghi, destinazioni turistiche, autogrill, uscite, prezzi dei carburanti. E non mi sembra che vi sia nulla di pericoloso".

Il professore emiliano sfida società Autostrade: "Ci dicano quanti sono i morti che si sono registrati in quel tratto, peraltro rettilineo, a causa di quel murale", dice d’un fiato.

Una spiegazione se l’è data: "Di che sicurezza parliamo? Questa è uno dei tanti eccessi di zelo, così come successo per la pandemia. E’ un paternalismo di Stato che vuole farti da genitore e accompagnarti per mano. Autostrade – Sgarbi alza la voce – avrebbe dovuto preoccuparsi di mettere in sicurezza il ponte Morandi, anziché rompere i coglioni. Metta in sicurezza la sua rete piuttosto che inseguire queste idiozie".

Intanto Zucchero – che si è trovato coinvolto proprio per aver ispirato la mano dell’autore del murale, sorto a pochi chilometri dalla sua Roncocesi – torna a ribadire: "Spero che la vicenda si risolva nel miglior modo possibile e cioè che il murale rimanga al suo posto. Questo lo dobbiamo alla memoria dei Martiri della Resistenza. E, come dico nella mia canzone, dobbiamo essere per un mondo libero, un sogno libero, un canto libero".

Andrea Fiori