"Silk-Faw, bene. Ma cosa c’entrano le Cayman?"

Il Movimento 5 Stelle solleva la questione di un’obbligazione da 15 milioni proveniente da Ideanomics: "Qual è il suo ruolo in questa vicenda? Chiarire"

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"L’operazione Silk-Faw ha suscitato unanimi entusiasmi. La nascita di un centro di produzione di automobili con investimenti per un miliardo di euro a Gavassa porterà certamente posti di lavoro e nuove possibilità di sviluppo al nostro territorio. Ma le modalità con cui sta prendendo forma suscitano però perplessità, soprattutto di ordine finanziario".

Il MoVimento 5Stelle reggiano getta ombre sulla joint-venture americana cinese che si insedierà a Reggio per la realizzazione dell’hypercar, l’auto di lusso sportiva elettrica, come annunciato nelle ultime settimane. I deputati Maria Edera Spadoni e Davide Zanichelli insieme all’europarlamentare Sabrina Pignedoli si rifanno ad un’inchiesta: "Una società delle isole Cayman, la Silk Ev Cayman Lp – chiosano – avrebbe emesso un’obbligazione convertibile sottoscritta per il valore di 15 milioni di dollari da Ideanomics Inc. Questi 15 milioni sono esplicitamente destinati a finanziare l’operazione Silk-Faw: perché finora questo non era stato reso pubblico? Quale il ruolo di Ideanomics in questa vicenda? Recentemente Ideanomics è stata protagonista del fallimento del progetto di una nuova borsa valori nel Delaware, finanziata anche con soldi pubblici. Tempo prima in Connecticut il suo maggior azionista, Bruno Wu, aveva lanciato con Ideanomics un immaginifico business high tech sostenuto da 10 milioni di dollari pubblici, poi finito nel nulla. Il nome di Bruno Wu e di almeno una sua impresa si ritrova anche nei Panama Papers. Le origini dei capitali che si investiranno a Reggio si perdono quindi nei meandri di trust insondabili e paradisi offshore. È solo una piccola parte dell’investimento, ma è l’unica finora rintracciabile".

A nutrire scetticismo citando la stessa inchiesta sono anche il coordinatore provinciale di Forza Italia, Gianluca Nicolini e il senatore azzurro Enrico Aimi nonché coordinatore regionale del partito. "Silk-Faw è uno sgarbo all’Europa. Senza un piano industriale credibile e dubbi sull’origine dei finanziamenti ci chiediamo se la sinistra sia diventata improvvisamente anti-europeista anziché proteggere la propria autonomia strategica e industriale dalla concorrenza sleale della Cina. Certo l’attrazione degli investimenti, la creazione di posti di lavoro e di nuove possibilità di sviluppo al nostro territorio sono un obiettivo prioritario, ma a che prezzo? Ci sono troppi interrogativi ancora senza risposta. Il rischio per l’industria italiana delle supercar è reale, a fronte di scarsissime certezze sulla bontà e sull’impatto reale di questo ancora misterioso progetto industriale. I fondi da dove arrivano? Sono un vero investimento industriale o pura speculazione?".

dan. p.