Il sindaco Vecchi indagato, ma lui: "Sono molto tranquillo"

Caso appalti pilotati a Reggio Emilia, la reazione del primo cittadino: "Ho appreso con stupore, riconfermo la mia piena fiducia nella magistratura"

Il primo cittadino di Reggio, Luca Vecchi. Si professa tranquillo

Il primo cittadino di Reggio, Luca Vecchi. Si professa tranquillo

Reggio Emilia, 26 febbraio 2021 - "Ho appreso con stupore queste dichiarazioni, confermo che io non mai ricevuto nessuna formale comunicazione su questo procedimento. Sono molto tranquillo e, come ho sempre detto, riconfermo tutt’oggi la mia piena fiducia nella magistratura". Il sindaco di Reggio, Luca Vecchi commenta così la notizia che lo vede indagato nell’inchiesta sui presunti bandi di gara pilotati del Comune. E sostiene di non aver mai ricevuto alcun avviso di garanzia, al contrario di quanto accaduto per 26 tra ex dirigenti (alcuni ancora in carica) o assessori.

La domanda sorge spontanea: perché a loro è stato notificato e al primo cittadino no? Tecnicamente è possibile. Le ragioni possono essere molteplici, dalla posizione che potrebbe essere ancora al vaglio, tant’è che – stando alle indiscrezioni – una volta compiuti tutti gli accertamenti potrebbe essere indirizzata verso una richiesta di archiviazione. Oppure potrebbe essere dovuta ad una recente iscrizione nel registro degli indagati che comporterebbe tempi tecnici lunghi per inviare la notifica fino alla ipotetica proroga di indagine (sei mesi oltre i termini di chiusura della stessa) condizione però che porterebbe obbligatoriamente a informare l’indagato. Ma tranne che in quest’ultimo caso, non ci sono limiti di tempo definiti entro i quali la Procura debba dare comunicazioni: non di rado capita di ricevere una notifica anche tre anni dopo la chiusura indagini. Ma al di là delle disquisizioni tecniche, la bagarre politica in merito si accende. A tuonare in primis è la Lega che si è giocata col candidato – e oggi consigliere comunale – Roberto Salati il ballottaggio con Vecchi alle ultime elezioni. E i leghisti temono che queste possano essere state turbate, riprendendo quanto detto dal magistrato Antonino Di Matteo nel plenum del Csm – che ha deciso all’unanimità sul trasferimento dell’ormai ex procuratore capo di Reggio, Marco Mescolini – secondo cui quest’ultimo avrebbe detto alla pm Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta sugli appalti – di "stralciare le posizioni indiziarie più deboli, tra cui quella del sindaco, redigendo un provvedimento motivato" e di "ritardare le perquisizioni in municipio per non pregiudicare la candidatura elettorale di Vecchi".

Così il gruppo consiliare del Carroccio insorge: "Siamo garantisti sempre e comunque. Detto questo, qualcuno ha mentito. E se a farlo è stato il sindaco di Reggio, i cittadini hanno il diritto di saperlo. Secondo Di Matteo, Vecchi risulterebbe indagato. Ora, o Di Matteo si sbaglia, o Vecchi ha mentito, negando ripetutamente ogni coinvolgimento diretto. Per non lasciare spazio a dubbi e insinuazioni, chiediamo al sindaco di riferire in Consiglio Comunale. La giustizia, nel frattempo, farà serenamente il suo corso ma se dovesse emergere che ha mentito, chiederemo formalmente le sue dimissioni". Anche la parlamentare della Lega, Benedetta Fiorini attacca: "Vecchi ha il dovere di chiarire subito la sua posizione. Sull’esito delle elezioni comunali del 2019 incombe un’ombra legata a intrecci inquietanti. Occorre capire se le scelte determinatesi in seno alla Procura ne abbiano o meno condizionato, anche solo implicitamente, il risultato e conseguentemente valutare il da farsi". Infine a chiedere lumi è la consigliera di Alleanza Civica, Cinzia Rubertelli: "La città merita chiarezza. Ora più che mai. Se il primo cittadino è indagato, per quale reato lo è? Perché finora nulla si è saputo della sua posizione? Perché il suo nome non è mai comparso fra quelli degli indagati nell’inchiesta sui bandi?".  

dan. p.