"’Ti faccio fuori’. E mi prese a calci nel cortile"

La drammatica testimonianza di una donna in tribunale, il suo ex è accusato di stalking: "Mi diceva ’vieni qua che ti riempio di botte’"

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di Alessandra Codeluppi

"Il mio ex mi perseguitava. E una sera ha picchiato sia me sia il mio nuovo fidanzato".

Una relazione conflittuale, poi finita; una contesa sulla gestione del figlio minore; numerose vessazioni: è quanto riferisce di aver vissuto una donna che, stremata, ha denunciato l’ex convivente. Lui è un 40enne, ora a processo per stalking e già raggiunto da una condanna, non definitiva, per un altro episodio di maltrattamenti alla donna avvenuto alla fine della loro convivenza. Davanti al giudice Matteo Gambarati, la donna (non si è costituita parte civile) è stata sentita ieri durante il processo con rito ordinario, riferendo di fatti che sarebbero avvenuti a Guastalla.

L’imputato, che è a piede libero, assistito dall’avvocato Vainer Burani, era presente nell’aula del tribunale.

"Lui è il padre di mio figlio, ancora minorenne. La nostra convivenza iniziò nel 2006 e finì nel 2015", esordisce lei, che poi, a domanda del giudice, risponderà che lui la vessava anche quando erano sotto lo stesso tetto: "Ogni tanto aveva scatti di rabbia. Fu questo il motivo per cui decisi di chiudere e poi iniziai una nuova relazione".

La donna riferisce che vi furono da subito strascichi conflittuali: "Dopo la fine della nostra convivenza, ci rivolgemmo al tribunale per la gestione di nostro figlio. Ma lui non rispettava gli accordi presi. E ha iniziato a perseguitarmi".

Parla di ripetute minacce, fatte sia di persona sia tramite messaggi: "Lui diceva che mi avrebbe portato via il bimbo". E ripercorre le frasi che si sarebbe sentita rivolgere: "Ti faccio fuori". E ancora: "Vieni qua che ti riempio di botte". Parla di insulti: "Mi diceva: ‘Sei una morta di fame’, ‘Non sai fare niente’, ‘Non sai fare la madre’".

Poi lei si sofferma sull’episodio clou del 5 ottobre 2018 e che la indusse a sporgere denuncia. "Quella sera io e il mio nuovo fidanzato eravamo nel parcheggio dell’abitazione dell’imputato. Abbiamo litigato al telefono. Lui voleva che nostro figlio dormisse da lui, ma io dissi di no perché il giorno dopo sarebbe dovuto andare a scuola. Ho messo il vivavoce perché sentisse il mio fidanzato. Io sono entrata e poi uscita, ma l’ex ex mi ha seguita. Il mio fidanzato gli disse: ‘Non siamo qui per fare la guerra’. Ma lui aggredì prima me con calci, buttandomi a terra, e poi picchiò anche il mio fidanzato. Avevamo molta paura: chiesi a una mia amica di tenermi il bambino e, insieme al mio fidanzato, andai al pronto soccorso". La donna riferisce che negli ultimi due anni lui si è calmato, ma le difficoltà dell’epoca l’avrebbero segnata: "Lavoravo e mi sforzavo di avere una quotidianità normale. Ma soffrivo e uscivo il meno possibile".

L’avvocato Burani illustra la linea difensiva: "C’è stato un rapporto molto conflittuale: il mio assistito sostiene di aver avuto con lei diverse discussioni, ma respinge gli addebiti. In un altro processo che vedeva la stessa donna come parte offesa, e con contestazioni molto più gravi, lui è stato assolto da tutte le accuse tranne per un episodio, relativamente al quale abbiamo impugnato la sentenza".