Reggio Emilia, 20 marzo 2018 - La campagna elettorale è terminata, ma non il tempestoso dibattito sui vaccini. Il tema dell’obbligatorietà di alcuni di loro tiene ancora banco in un incredibile mix di salute, politica, etica. Proprio nella nostra regione, che a livello scolastico ha anticipato il decreto Lorenzin, a Modena sembra aprirsi una crepa, assolutamente non condivisa dal maggiore sindacato medico reggiano, sull’obbligo dei vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella per gli operatori di oncologia, ematologia, neonatologia, ostetricia, pediatria, malattie infettive, pronto soccorso, centri trapianti. L’Anaao regionale ha sottoscritto sin da gennaio un documento di condivisione con la Regione sul rischio biologico derivante da un’eventuale mancata prevenzione. Il segretario Anaao dell’Ausl di Modena Giampaolo Papi contesta però l’obbligatorietà della vaccinazione dei medici contro le quattro patologie. Nel caso, molto raro peraltro, venisse accertata l’assenza di immunità negli operatori di quei reparti dove l’immunocarenza è di casa, quel personale sanitario verrebbe infatti spostato ad altro servizio con dichiarazione di inidoneità parziale temporanea da parte del medico competente e della medicina del lavoro.
Roberto Burioni, indiscusso paladino vaccinista, ha prontamente parlato di «follia» e di «vergogna» chiedendo: «Ma cosa fanno gli iscritti Anaao? Tollerano una simile deriva?»
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Tra gli ospedalieri reggiani ed emiliani è palpabile un clima a dir poco di imbarazzo. Molti ritengono la polemica irrazionale e montata e si chiedono cosa sia scattato nella mente di tante persone sul tema dei vaccini. Tutti comunque difendono ovviamente ogni diritto del paziente, in particolare quello più debole, immunodepresso, in chemioterapia o appena nato prematuro.
Aldo Sangermano, segretario aziendale Anaao dell’Ausl reggiana, non ha dubbi nell’avvallare totalmente la linea della Regione condivisa anche dal suo sindacato emiliano nel documento sul rischio biologico: «Come sindacalista – afferma – sono nella squadra Anaao e ne sottoscrivo con convinzione la linea. Come uomo e medico ritengo doveroso salvaguardare la salute del paziente e dell’operatore sanitario eliminando qualsiasi rischio. Altri argomenti possono ispirare certe prese di posizione, forse solo e assolutamente personali. La legge non obbliga nessuno a vaccinarsi. La parola spetta al medico competente, ma sarebbe complicato trattenere un operatore non vaccinato in certi reparti a rischio».