Incendio via Turri Reggio Emilia, c'è un indagato

L'accusa è omicidio preterintenzionale

Reggio Emilia, l'incendio di via Turri (Foto Artioli)

Reggio Emilia, l'incendio di via Turri (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 20 marzo 2019 - Ci sono sviluppi rilevanti nelle indagini sull'incendio scoppiato a Reggio Emilia il 9 dicembre scorso al numero civico 33 di via Turri (zona stazione ferroviaria) in cui persero la vita i coniugi Mohamed e Malika Bahik. Per quel gesto spunta infatti un indagato, un residente non dello stabile, ma del quartiere.

Cambia anche l'accusa nei suoi confronti: non più omicidio colposo plurimo – l'iniziale ipotesi di reato del fascicolo d'indagine -, ma omicidio preterintenzionale. Il rogo sarebbe quindi stato di origine dolosa e non appiccato per imprudenza da qualche sbandato rifugiato dal freddo nelle cantine dell'edificio, o scaturito dall'impianto elettrico (come si era anche ipotizzato) su cui da poco era stata effettuata la manutenzione. La quantità di materiale trovato nelle cantine del palazzo - elettrodomestici, materassi, mobili, indumenti – è tutt'ora sotto sequestro in un apposito hangar nella caserma dei vigili del fuoco.

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