A Milano la mostra "Za Li Za Za", inventario di una famiglia molto speciale

L’allestimento è a cura di Franco Raggi, amico-confidente degli ZaLiZaZa

Foto mostra Zagnoli

Foto mostra Zagnoli

Reggio Emilia, 4 ottobre 2023 – Una mente brillante suggerisce di realizzare una sit-com su di loro, e guardandoli nel cartoncino di invito si capisce subito il perché. Posture, abiti vintage, espressioni del volto, composizione: osservate bene. La famiglia Zagnoli è protagonista di una mostra alla galleria Antonio Colombo arte contemporanea di Milano, dal titolo ‘ZaLiZaZa. Inventario di famiglia’, curata da Francesca Pellicciari.

Una collettiva di artisti appartenenti alla stessa famiglia: ne fanno parte il fotografo Miro Zagnoli (Za, Reggio Emilia 1952), l’artista Emi Ligabue (Li, Mantova ‘57) e le loro due figlie, l’illustratrice Olimpia Zagnoli (Za, Montecchio Emilia ‘84) e la costumista Emilia Zagnoli (Za, Milano).

L’allestimento è a cura di Franco Raggi, amico-confidente degli ZaLiZaZa. Negli spazi di via Solferino 44 scorre una selezione di opere fra le più rappresentative degli ZaLiZaZa, una famiglia modernissima eppure d’altri tempi: se non si occupassero di manufatti diversi, li si potrebbe immaginare affaccendati in una bottega di stampo rinascimentale, o barocca, nell’intento di sperimentare nuove tecniche pittoriche e rivoluzionare gli stili. Dovunque ti giri, nelle stanze famigliari o in quelle pubbliche e private delle rispettive attività, con Olimpia, Emilia, Emi e Miro sei sicuro di respirare arte.

E’ questa l’immagine di ciò che gli ZaLiZaZa sono anche adesso, nel XXI° secolo, ciascuno nel suo ambito – ambiti contigui e molto spesso sovrapposti – costantemente immersi nelle proprie ricerche e sperimentazioni, forti di un lessico familiare.

Il percorso espositivo, un inventario di ogni genere – disegni e fotografie, libri di legno, collage, oggetti, stoffe, paraventi e scatole magiche – è un dialogo fitto di corrispondenze fra le quattro voci. Se il design pervade l’opera e i set tuttora analogici di Miro, lo si ritrova spesso anche nelle opere di Emi: “non ho tabù, non ho nessun tipo di rispetto né di norma”. Lo stesso ricorso a materiali poco convenzionali si trova negli abiti ‘Souvenir’ di Emilia, così come certi archetipi ricorrono nelle migliaia di righe tracciate da Olimpia. Persiste in loro ciò che Matisse disse a Picasso: “Non dobbiamo fare i furbi. Voi siete come me: quel che tutti noi cerchiamo di ritrovare in arte, è l’atmosfera della nostra prima comunione”. Info: 02 29060171, www.colomboarte.com.