Reggio Emilia, spese pazze in Regione. La Barbati deve risarcire oltre 100mila euro

La Corte presenta il conto anche a Matteo Riva, anche se meno salato: deve restituire più di duemila euro

Liana Barbati,  ex capogruppo regionale  dell’Italia dei valori

Liana Barbati, ex capogruppo regionale dell’Italia dei valori

Reggio Emilia, 20 giugno 2017 - Nel novero degli ex consiglieri regionali reggiani, è lei a detenere il record, anche se la cifra da restituire alla Regione, rispetto a quanto voleva il pubblico ministero, è scesa di 45mila euro. Liana Barbati, 69 anni, ex capogruppo dell’Italia dei Valori, è appena stata condannata dalla Corte dei Conti a pagare 102mila euro, alla Regione dopo essere stata citata a giudizio della procura contabile per i rimborsi tra la fine del 2011 e il 2012. La Corte dei Conti ha depositato la sentenza sui capigruppo in carica nella scorsa legislatura. Marco Monari, ex presidente del gruppo Pd, dovrà risarcire la Regione con 518mila euro.

Tornando ai reggiani, Matteo Riva, ex presidente del gruppo Misto, deve pagare poco più di duemila euro, a fronte di una richiesta di 96mila. Entrambi gli ex capigruppo hanno diritto a ricorrere in appello, la Corte dei Conti a Roma. La sentenza di Bologna non è definitiva. Alla Barbati e a Riva, due anni e mezzo fa, la Corte aveva sequestrato, congelandoli, beni per un valore di 147mila euro lei, 97mila euro lui, apportando i sigilli. Otto mesi dopo però i giudici della Corte avevano accolto il ricorso degli ex consiglieri dissequestrando i beni. Adesso la prima condanna per danno erariale. Nei casi precedenti, discussi in febbraio dalla Corte dei Conti a Bologna, Rita Moriconi, al 50% con il capogruppo pd Monari, era stata condannata a versare 3.632 euro, Marco Barbieri, sempre a metà con Monari, 6,088 euro, Beppe Pagani, pure in solido al 50% con Monari, 3.807 euro con Fabio Filippi del Pdl la metà di 25.334 euro in solido con Luigi Giuseppe Villani. I capigruppo sono stati condannati in solido per non avere espletato le funzioni di controllo. Nell’ultima sentenza, Liana Barbati per questo è stata anche condannata in solido per le spese di Franco Grillini e Sandro Mandini, ex consiglieri dell’Idv.

Ma quali spiegazioni hanno dato i giudici della Corte dei Conti per le condanne della Barbati e di Riva? Nel caso della ex capogruppo dell’Idv – una lunga storia politica, fu esponente socialista di primissimo piano, anche assessore alla cultura e vicesindaco – la corte si sofferma sulle spese citando «ad esempio rimborsi auto commisurati alla spesa del carburante per i chilometri effettuati, per i pasti consumati in occasioni particolari, spese per viaggi, spese per eventi, spese per noleggio camper e per la remunerazione dell’autista», affermando che «trattasi di spese motivate sulla base di una mera autodichiarazione e dunque in contrasto con quanto puntualmente prescritto...»: una modalità giustificativa, questa, che «urta contro l’insussistente dimostrazione dell’oggettiva inerenza della spesa alle esigenze di funzionamento del gruppo; donde la generica e non adeguata riconducibilità della spesa alla finalità del gruppo medesimo e la più plauisibile riconduzione della spesa ad esigenze personali della signora Barbati Liana... risulta altresì sussistente l’elemento soggettivo della colpa grave che connota il comportamento della convenuta per il grave scostamento dalle elementari e chiare regole di gestione e di rendicontazione».

«Io non mi sono messa in tasca niente – ci aveva detto la Barbati – E i revisori ci hanno sempre dato l’okay».

Quanto a Riva, la corte afferma che ha rispettato la normativa regionale offrendo documentazione adeguata per auto, trasporto, alberghi e altro, «a eccezione del caso della consulenza affidata allo studio legale Tedeschi (per un totale di euro 1.534,68) in considerazione della causale ‘consulenza stragiudiziale svolta nel corso dell’anno 2011 a favore del dott. Riva Matteo in materia di valutazione di ricorsi per sanzioni codice della strada' finalità all’evidenza estranea a quelle del gruppo».

Nel parallelo processo penale, in primo grado Liana Barbati è stata condannata a un anno e dieci mesi in abbreviato, due anni invece a Matteo Riva. L’accusa: peculato. Per entrambi, la chance del ricorso in appello.