GABRIELE GALLO
Sport

Michel, pugni nella storia. "Orgoglio e gioia infinita. Il sogno? Le Olimpiadi»

Vescovini è la prima donna della nostra città a vincere un titolo italiano "Anni fa mamma si oppose al pugilato, adesso è la mia prima tifosa".

"Orgoglio e gioia infinita. Il sogno? Le Olimpiadi"

"Orgoglio e gioia infinita. Il sogno? Le Olimpiadi"

Michel Vescovini, 22 anni, guerriera della Reggiana Boxe, è la prima donna della nostra città a conquistare un titolo italiano tra i Dilettanti, nella categoria 52kg. Ha ottenuto l’alloro battendo nettamente la laziale Pucciarelli agli Assoluti svoltisi lo scorso weekend a Chianciano Terme.

Michel, cosa si prova ad essere la prima reggiana a conquistare il titolo italiano nel pugilato?

"Orgoglio e ovviamente moltissima soddisfazione dopo i tanti sacrifici fatti in anni di duro lavoro quotidiano".

È molto che tira di boxe?

"Poco più di tre anni, ho cominciato alla fine dell’emergenza Covid".

Come è nata la passione?

"Fin da ragazzina ho sempre amato gli sport da combattimento o dove ci fosse da sfidare qualcuno. Sono partita con il calcio poi ho fatto cinque anni di taekwondo; a quel punto avevo voglia di cambiare ma restando in un contesto di questo tipo. Un amico di vecchia data mi ha suggerito di provare il pugilato e mi ha portato nella sua palestra. E da lì è cominciato tutto". Il suo cognome è reggianissimo, ma il suo intercalare ha inflessioni che sembrano arrivare da più lontano…

"E’ vero. Mi sento reggiana al 100% ora, ma ho vissuto in Colombia il primo periodo della mia vita, poi sono stata adottata da una coppia di Reggio, la mia mamma e il mio papà: Donata Guidetti ed Enzo Vescovini. Sono arrivati in Sudamerica nel 2013, e hanno avuto tantissima pazienza, restando lì diversi mesi, per conoscermi e attendere il momento giusto per portarmi in Italia. A loro devo tutto, e se non ci fossero stati loro mai sarei venuta a Reggio".

Del fatto che si diverta a prendere a pugni gli avversari cosa pensano?

"A dirla tutta già in prima media avrei voluto provare il pugilato, ma all’epoca mia mamma si oppose facendomi capire che lo riteneva troppo pericoloso, specialmente per il viso. Adesso però, insieme a papà, è diventata la mia prima tifosa. Erano presenti tutti e due in tribuna a Chianciano a esultare con me. Anche se mia madre ha sempre un po’ paura che mi rompano il naso".

Ambientarsi in Italia è stato difficile?

"All’inizio indubbiamente sì: un altro mondo, una lingua straniera. Ma adesso va tutto benissimo: anzi direi che sono superintegrata".

Dopo la conquista del titolo italiano quale è il suo prossimo obiettivo?

"Andare a caccia del titolo Europeo, mi piacerebbe molto conquistare quella medaglia. Ma voglio fare un passo alla volta e scegliere insieme ai miei allenatori".

Quanto sono stati importanti i suoi allenatori Valentino Manca e Michael Galli nella sua crescita?

"Fondamentali. Anche perché non ho un carattere facile. Nei giorni no sono introversa, faccio la scocciata, ho magari poca voglia di allenarmi. In quei momenti down mi vengono sempre incontro, riuscendo a farmi capire quanto conti l’impegno per arrivare a certi risultati e contemporaneamente fare in modo che abbia sempre a cuore la boxe".

Nella sua giovane carriera quale è stato il momento più difficile?

"L’anno scorso, quando ho vinto il bronzo. Voi direte che avrei dovuto essere contenta, essendo al mio primo tentativo. Ma io volevo arrivare in finale, quindi l’ho presa come una brutta batosta nonostante in semifinale mi avesse battuto quella che allora era la vicecampione del mondo. Ma sono riuscita a canalizzare quella rabbia in modo positivo e a sfogarla la settimana scorsa per riuscire a vincere. E’ stata la frustrazione subita ad aiutarmi a prendere ciò che volevo. E chiaramente la vittoria agli Italiani è stata la gioia sportiva più bella".

Sogna le Olimpiadi?

"E chi non lo fa? Non credo sarà possibile nel 2024 a Parigi, ma nel 2028, perché no? Naturalmente dovranno essere i risultati a farmele guadagnare".

La boxe femminile è salita sul proscenio da non molti anni. Come è il rapporto con i colleghi maschi?

"Di grande rispetto. Poi può succedere che quando, in allenamento, ci si affronta, loro tendano ad andarci più piano. Io invece no, normalmente sono la più cattiva e carico per buttarli giù…".

A parte boxare cosa amare fare nella vita?

"Di fatto vivo in palestra, perché quando non mi alleno o gareggio io, alleno gli amatori e i bambini. Non mi dispiacerebbe diventare tecnico professionista in futuro. Sto anche valutando di iscrivermi a Scienze Motorie, ma devo rifletterci bene perché con lo studio, tanto per restare in tema, ho sempre fatto un po’ a pugni…".

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