"Arruolato per caso, penna nera per sempre"

Pierpaolo Nucci: "Ero nell’Ufficio segreto: classificavo le reclute in base all’orientamento politico"

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"Arruolato per caso, alpino per sempre".

Com’è nata l’avventura di un riminese tra le ’penne nere’?

"Sono del 1943 – attacca Paolo Nucci –, anno in cui a causa della guerra, nelle regioni del Nord Italia, quelle classiche per l’arruolamento, c’erano stati meno nati, per i tanti alpini morti sul fronte. Così nel 1964 sono stato chiamato nonostante sia di Rimini, nativo di Sogliano".

Abile e arruolato.

"All’inizio ero perplesso, a Rimini ero quasi oggetto di dileggio da parte dei miei amici: la montagna, i muli... tu che ne sai?’. Poi ho capito che è stata una fortuna. Si resta alpini per sempre".

Dove ha fatto il Car, l’addestramento reclute?

"All’Aquila. Il sergente chiese a noi reclute: ’Chi è capace di scrivere a macchina?’. Io lo sapevo fare. Mi hanno messo all’Ufficio segreto".

Cioè?

"Dopo aver giurato di non divulgare le informazioni riservate, noi dovevamo classificare le reclute con tre lettere, A, B, C, secondo l’orientamento politico. Informazioni che ci arrivavano dai carabinieri e dai parroci dei paesi di provenienza".

Acqua passata.

"Erano altri tempi. Ma il mio cuore è alpino. I nostri valori sono la solidarietà, l’amicizia, l’amore per la patria. Tra noi diciamo, lontani nel tempo, vicini nel cuore. Ho partecipato a diciotto adunate, da quella del ’68 a Roma in poi. Dal 2020 lavoro col gruppo riminese per preparare questa Adunata. Un lavoro di preparazione importante e impegnativo, ma che ci dà anche grandi soddisfazioni. In questi giorni distribuiamo bandierine e depliant".

Lei è pensionato?

"Sì, dal 2002. Ho moglie, figli e nipoti. Ero direttore commerciale di una grossa ditta di laterizi edili del Pesarese".