Il sibilo di un fumogeno rosso scagliato come avanguardia dell’ondata di follia imminente. Poi, i cappucci neri che spuntano da in fondo alla strada dopo aver vandalizzato alcune delle auto parcheggiate. Le mazze e le catene, i lanci di pietre e la corsa a rotta di collo verso il centro ricreativo A.s.d. di Bellaria Monte, noto come ritrovo abituale della Gioventù Bellariese: gruppo ultras del Cesena. Hanno reminiscenze da Ku Klux Klan nella forma e da Guerrieri della notte nella sostanza le fasi più cruente dell’assalto messo a segno da una ventina di persone che nella notte tra sabato e domenica alle 23.15 circa sono sfilate sotto la telecamera che punta dritta sul circolo. Lì dove il commando è entrato in massa sfondando i vetri a mazzate, prima di fare irruzione e vandalizzare veranda e bar all’interno senza andare tanto per il sottile.
Non solo. Perché il gruppo ignoto di circa venti persone non ha risparmiato neanche uno dei presenti, un uomo bellariese di 31 anni che si trovava a quell’ora nel circolo, suo malgrado, per trascorrere la serata in compagnia. Non è ancora chiaro se l’uomo rappresentasse un obiettivo del commando o se sia finito nel mirino della falange armata per aver reagito alla follia dilagante. Quel che è certo è che mentre gli altri presenti, compreso il gestore del bar del circolo, sono stati ignorati dalla violenza del commando, il 31enne invece è diventato presto un bersaglio: preso a mazzate e colpito anche alla testa al punto da costringerne poi il ricovero all’ospedale ’Bufalini’ di Cesena, dove si trova tuttora ricoverato con prognosi riservata, ma non in pericolo di vita.
Un blitz quello di sabato sera che è durato circa un minuto. Un minuto in cui la ventina di persone incappucciate e con il volto coperto hanno messo a ferro e fuoco il circolo degli ultras del Cesena vandalizzando indiscriminatamente ogni angolo del centro ricreativo. L’episodio sarebbe da ricondursi a quel microcosmo più violento e degradato del tifo organizzato. Forse proprio al sangue invelenito che annoso scorre tra i tifosi del Cavalluccio e quelli del Rimini. In questo sottobosco (anti)sportivo si starebbero concentrando infatti le attenzioni di chi indaga sull’accaduto con l’ipotesi di reato di lesioni gravi e aggravate. I carabinieri del comando provinciale, intervenuti con pattuglie dalla stazione di Santarcangelo e da Bellaria la sera stessa del violento raid vandalico, hanno anche posto sotto sequestro probatorio alcune mazze di legno e catene che il gruppo di facinorosi si è lasciato alle spalle dopo la follia: vestigi di una violenza senza capo né coda su cui adesso le forze dell’ordine stanno indagando serratamente per rintracciare i responsabili.
Nello specifico, i carabinieri hanno sequestrato: parti di un bastone in legno, una catena di metallo e il manico di un manganello. L’inventario dell’orrore da cui si parte per risalire ai colpevoli, oltre alla visione della telecamera che ha immortalato tutte le fasi dell’accaduto e quelle limitrofe, che potrebbero avere sorpreso il commando durante i preparativi della spedizione punitiva o al loro arrivo a Bellaria monte. Ancora, sarà poi cruciale per i carabinieri l’ascolto dei testimoni dell’accaduto. Compreso il 31enne colpito alla testa, dopo che avrà smaltito la frattura cranica con emorragia rimediata a seguito di un violento colpo alla nuca.