Rimini, 30 agosto 2024 – “Il dolore non se n’è mai andato e non potrà andarsene mai più. Ci accompagna tutti i giorni da quel maledetto pomeriggio. Abbiamo un vuoto dentro di noi che è impossibile da colmare. Ogni mattina, ogni volta che apriamo gli occhi, i ricordi riaffiorano e noi torniamo a vivere quei momenti terribili. Ma tornano anche i ricordi di nostro figlio, del suo sorriso dolce e un po’ timido, del suo amore per il mare".
Un anno. Tanto tempo è trascorso dalla tragedia che ha sconvolto per sempre la vita di Daniel Romulus Imbuzan, della moglie Tatiana Lisi e del resto della famiglia. Il 31 agosto del 2023, in uno spiazzo alle spalle della spiaggia di Bados, in Sardegna, una gigantesca fiammata ha avvolto il camper nel quale si trovava il figlio più piccolo, Samuel Imbuzan. La giornata di vacanza al mare della famiglia riminese si è così trasformata nel peggiore degli incubi. Con grande coraggio, Daniel Romulus ha sfidato il fuoco, tentando di salvare il figlio di soli 11 anni dalle fiamme.
Le ustioni rimaste impresse sul suo corpo sono lì a testimoniarlo, ma per il piccolo purtroppo non c’è stato nulla da fare. L’esplosione - che ha poi innescato il rogo che ha avvolto il camper nel quale si trovava il bambino - secondo le ricostruzione sarebbe stata scatenata da un fornello da campo di proprietà di altri due campeggiatori, una coppia di rumeni, che quel giorno si trovava insieme alla famiglia Imbuzan sulla spiaggia della Gallura.
Per fare luce sulla tragica morte di Samuel, la Procura di Tempio ha aperto un fascicolo ipotizzando l’accusa di omicidio colposo a carico di ignoti. Le indagini sono state affidate ad una speciale squadra investigativa dei vigili del fuoco.
La famiglia Imbuzan è assistita dagli avvocati Antonello Desini e Francesco Pisciotti. Ad un anno di distanza dalla tragedia, l’inchiesta non ha ancora visto sviluppi.
“Noi restiamo, anche se sappiamo che nulla potrà mai ridarci indietro nostro figlio - dice Daniel Romulus -. Lasciamo agli inquirenti e alle istituzioni il compito di fare chiarezza. Non cerchiamo giustizia, perché il dolore è davvero troppo grande da sopportare e continua a non darci tregua, giorno dopo giorno. Qualunque cosa venga decisa, sappiamo che non potremo più rivedere il nostro piccolo Samuel".
Per onorare la sua memoria, il 15 settembre prossimo sarà celebrata una messa nella chiesa del Villaggio Primo Maggio. Quel giorno, ricorda Daniel Romulus, "mio figlio era dentro il camper, sul letto al castello. Stava giocando con il cellulare. Io ero fuori, nello spiazzo, intento a preparare il pranzo. Per farlo non ho utilizzato la mia attrezzatura, ma un fornello da campo di proprietà di altri due campeggiatori. Il tubo si è staccato ed è partita una fiamma gigantesca che in pochi secondi ha divorato il camper. Mia moglie stava scendendo dal mezzo proprio in quel momento, mentre Samuel non ha avuto scampo. Samuel - ricorda, commosso, il papà - era il nostro ‘pesciolino’. Un bambino introverso, ma molto dolce e buono. Amava tantissimo il mare. Insieme, facevamo tantissime nuotate e immersioni. Non si stancava mai di stare nell’acqua. Non passa giorno senza che ci chiediamo cosa sarebbe successo quel giorno se, per cucinare, avessimo usato il nostro fornello da campo anziché quello di un’altra famiglia".