Buoni spesa sotto l’albero, per aiutare le famiglie finite in difficoltà a causa del Covid. Il governo ha deciso di stanziare nuovi fondi ai Comuni, per sostenere le persone più colpite dall’emergenza sanitaria. Come in primavera, anche stavolta le risorse a disposizione ammontano complessivamente a 400 milioni di euro. Di questi, saranno circa 2 i milioni assegnati ai Comuni della provincia di Rimini.
I nuovi fondi sono stati previsti all’interno del terzo decreto Ristori e dovrebbero essere disponibili in tempi rapidi. "Grazie al decreto già entro la fine del mese i Comuni riceveranno 400 milioni per aiutare con buoni spesa i cittadini in difficoltà", annuncia il presidente della commissione Affari costituzionali alla Camera, Giuseppe Brescia. Già, i tempi saranno brevissimi. "Da quanto ci è stato comunicato – conferma il presidente della Provincia, Riziero Santi – i soldi potrebbero essere a disposizione dei Comuni già entro la fine di questa settimana, o al più tardi all’inizio della prossima".
Per il Riminese la somma stanziata è identica a quella già ottenuta in primavera. Al capoluogo andranno 866.501 euro. Riccione riceverà invece 203.299 euro, Santarcangelo 136.393, per Bellaria l’importo è di 131.205 euro, a seguire tutti gli altri, sulla base del numero dei residenti. Pertanto a Cattolica andranno 101.758 euro, 88.718 a Misano, 72.379 a Coriano, 66.362 a Verucchio. Queste le somme destinate ai comuni sopra i 10mila abitanti. Ecco quanto riceveranno gli altri comuni: 9.196 euro Gemmano; 9.200 Mondaino; 15.524 Montefiore; 6.407 Montegridolfo; 52.680 Montescudo-Montecolombo; 48.311 Morciano; 23.013 Saludecio; 38.844 San Clemente; 55.881 San Giovanni in Marignano; 3.169 Casteldelci; 5.917 Maiolo; 46.088 Novafeltria; 19.534 Pennabilli; 35.562 Poggio Torriana; 21.988 San Leo; 13.043 Sant’Agata Feltria, 7.238 Talamello.
Come avvenuto la scorsa primavera, spetterà ai Comuni decidere come usare le risorse. Stavolta però rispetto ad aprile, quando non sono mancati problemi e dubbi su come assegnare i soldi, per i sindaci le scelte saranno più facili. Sette mesi fa I Comuni più grandi avevano deciso di fare dei bandi per i buoni spesa, mentre una parte delle risorse era stata utilizzata per acquistare direttamente i generi alimentari e di prima necessità alle famiglie più in difficoltà. "L’altra volta non era stato facile gestire le risorse – ammette Santi – Stavolta siamo più preparati, e pronti ad apportare correttivi".
Non erano mancati, all’epoca, i furbetti dei buoni spesa. A Rimini, sulle 1.700 famiglie che avevano ottenuto l’aiuto economico, per 70 erano scattati accertamenti in seguito a dichiarazioni rivelatesi false. Alcuni avevano mentito sulla reale composizione del nucleo familiare.
Manuel Spadazzi