Rimini, cade un cornicione. Chiusa la chiesa di San Nicolò

L'edificio è stato interdetto al culto per sicurezza. "E' precipitato un piccolo pezzo di travertino, vogliamo capire la causa"

Controlli in corso in San Nicolò

Controlli in corso in San Nicolò

Rimini, 16 aprile 2019 - Notre Dame risorgerà. Perché dopo il devastante incendio alla cattedrale di Parigi, stanno arrivando donazioni e aiuti da tutto il mondo. Non poteva essere altrimenti, per uno dei monumenti simbolo della capitale francese. Avrebbero bisogno di un po’ di quella stessa generosità anche le chiese della Diocesi di Rimini, per conservare al meglio il grande patrimonio di arte, storia e cultura che custodiscono. Per alcune delle 220 chiese della nostra diocesi ci sono lavori urgenti da fare. Un paio di queste sono attualmente chiuse, per motivi di sicurezza.

L’ultima è la centralissima chiesa di San Nicolò, vicino alla stazione di Rimini. «E’ caduto un piccolo pezzo di travertino, qualche giorno fa. Potrebbe essere una cosa da niente, ma abbiamo deciso in via precauzionale di chiudere l’edificio fino a quando non saranno completati tutti i sondaggi sulla struttura», rivela don Danilo Manduchi, l’economo della Diocesi di Rimini. A San Nicolò in passato c’erano stati problemi di infiltrazioni, «ma poi li abbiamo risolti con un intervento. Dopo la caduta di questo pezzo di travertino, seppur di piccole dimensioni, vogliamo essere strasicuri che non ci siano altri problemi nella chiesa».

Altre chiese, anche se aperte al pubblico, sono state interessate da lavori di messa in sicurezza urgenti. Sono previsti poi interventi in 12 chiese di varie parrocchie del Riminese. «Li abbiamo pianificati da tempo – spiega ancora don Manduchi – ma in alcuni casi dobbiamo trovare anche le risorse economiche». E non è facile, perché «la Diocesi, così come le parrocchie, devono affrontare questi interventi potendo contare solo due entrate: le donazioni che arrivano dall’8 per mille e le offerte dei fedeli. Da quando sono economo io (don Manduchi è in carica dal 2011) non abbiamo mai beneficiato finora di finanziamenti pubblici di alcun tipo». E’ notizia di ieri dei 150mila euro stanziati dal ministero ai Beni culturali per la chiesa di San Francesco a Sant’Agata Feltria (che fa parte della Diocesi di San Marino e del Montefeltro), colpita dall’incendio del 2017. Una buona e inattesa notizia, ma la questione delle risorse resta.

«Ogni anno – continua ancora don Manduchi – stanziamo oltre un milione di euro per le parrocchie, che vengono usati anche per i lavori di manutenzione ordinaria. Poi ci sono gli interventi di manutenzione straordinaria. Tutte le nostre chiese vengono costantemente monitorate e controllate, e al primo problema che si presenta si decide come intervenire. Alcune sono in buone condizioni, altre stanno così così, altre sono effettivamente in cattivo stato». In alcuni casi, «ultimo quello di San Nicolò, per la sicurezza dei fedeli preferiamo chiudere immediatamente gli edifici di culto in attesa di capire l’entità del problema».

Per quanto riguarda l’antincendio, «cerchiamo di mettere a norma più chiese ed edifici possibili, man a mano che si interviene. Proprio in questo momento stiamo mettendo a norma alcune strutture diocesane. Facciamo tutto quello che ci è possibile, a volte anche di più... Abbiamo tanti parroci che hanno messo di tasca loro soldi e beni di famiglia, per poter finanziare lavori nelle loro chiese».