C’è chi dice no all’aula Genitori in cattedra

Diciassette famiglie hanno scelto l’istruzione parentale, facendosi carico dell’insegnamento

Migration

Un fenomeno in espansione. Quello degli studenti che scelgono di fare il proprio corso di studi tra le rassicuranti mura domestiche, rinunciando a frequentare gli istituti scolastici. I giovani riminesi che studiano a casa sono quasi triplicati nel corso del 2020-2021. Dalle sei famiglie che nel 2019-2020 sono ricorse all’homeschooling, "l’istruzione parentale", con il quale l’istruzione è impartita direttamente delle famiglie, si è infatti passati a diciassette. Un trend che sembra confermato anche per l’anno appena iniziato.

Si tratta, spiega l’amministrazione comunale, "della scelta della famiglia di provvedere direttamente all’educazione dei figli. I genitori, qualora decidano di avvalersi dell’istruzione parentale, devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per provvedere all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico di competenza ha il dovere di accertarne la fondatezza". Non è tutto fai-da-te. Infatti, a garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo.

Nel giro di un solo anno, "anche per lo scoppio della pandemia", conferma Palazzo Garampi, i numeri sono quasi triplicati, con dodici famiglie nelle scuole primarie, due nella scuola media e due negli istituti superiori. E la tendenza "sembra essere in aumento anche per l’anno scolastico appena iniziato, visto che sono già dieci le famiglie che hanno chiesto di avvalersi di questa modalità alternativa".

L’amministrazione ricorda che "l’educazione come diritto", ovvero "la scuola è aperta a tutti", lo dice espressamente l’articolo 34 della Costituzione.

La Costituzione, articolo 30, dice: "E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti". E’ facile ipotizzare che tra le motivazioni del diffondersi del fenomeno dell’istruzione in famiglia ci siano anche timori, da parte dei genitori, legati alla frequentazione dei figli di ambienti a rischio Covid, dal servizio di trasporto pubblico agli stessi istituti scolastici.