Concessioni a Rimini, ecco i canoni pagati da bagnini e chioschisti

"Canoni bassi? Aumentarli distruggerebbe il nostro turismo". Gli operatori balneari versano 8mila euro l’anno. Cifre irrisorie? "I costi sono molto più alti, offriamo tanti servizi a nostro carico"

La spiaggia  di Rimini

La spiaggia di Rimini

Rimini, 9 ottobre 2018 - Dalle 234 concessioni di spiaggia lo Stato nel 2017 ha incassato 1,9 milioni. Il canone medio che paga ogni stabilimento balneare è di 8mila euro. Nelle sole spiagge a uso balneare, il canone va da 500 a 15mila euro. Con alcune roboanti eccezioni. E’ il caso delle spiagge riunite di San Giuliano, che versano 66mila euro; di un’altra concessione che ha accorpato quattro stabilimenti in via Pascoli (dal 58 al 61) e paga 25.205 euro. Caso a sè la spiaggia del Grand Hotel, classificata in fascia A, che versa 43mila euro. I bagni 87 e 88 sud, della parlamentare leghista Elena Raffaelli, pagano oltre 15mila euro l’anno allo Stato. I bagni 44 e 45 di Rimini nord, gestiti dal presidente dei bagnini Giorgio Mussoni, versano 12.281 euro. Ci sono anche 22 concessioni per usi vari: spiagge libere, istituti, colonie, circoli e associazioni. I manufatti permanenti (non stagionali) occupano 48mila metri quadri. Diecimila a nord del porto, 38mila a sud. Insomma, l’arenile è una giungla, con tante disparità.

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Un tema, quello dei canoni e della loro congruità, che torna d’attualità con l’arrivo domani al Sun del ministro del Turismo Centinaio. «Il canone è una minima parte dei costi di gestione complessivi – tuona Mussoni –. Noi siamo tenuti al servizio salvamento obbligatorio, che costa 16mila euro l’anno; alla pulizia dai rifiuti del mare, altri 15mila; all’obbligo di docce, fontane e servizi igienici per tutti; alla tassa rifiuti, che si aggira sui 9mila euro. Come si vede, la cifra supera i 50mila euro annuali. Aumentare i canoni di spiaggia farebbe affossare il nostro turismo, che si distingue per la competitività nei prezzi. Diverso il caso dei chioschi che pagano 350 euro in media l’anno: un’oscenità».

«Da noi ombrellone e due lettini costano in media 18 euro al giorno – aggiunge Mauro Vanni –, non si può paragonare a Forte dei Marmi, dove il prezzo è 50 euro. Ci sono colleghi con spiagge ampie e pochi turisti, che faticano a sbarcare il lunario». «I canoni concessori attuali sono equi, abbiamo un’infinità di costi secondari», fa eco Maurizio Mancini, del bagno 105. «Il canone lo fissa lo Stato non il bagnino – aggiuge Alan Iacci –, io lo ritengo equo. Tutti i servizi accessori obbligatori sono a nostro carico, dalle torrette al salvamento, dal defibrillatore ai campi sportivi». «A Rimini il chiosco non è del bagnino – osserva Mauro Vanni –, cui spetta pagare pulizia della battigia, servizio di salvamento e rifiuti. Sarebbe opportuno che questi costi venissero ripartiti tra tutti gli operatori di spiaggia, mosconai compresi». Domani alla Fiera iniziano Ttg e Sun.

Il ministro Centinaio è atteso alle 14,30 per il taglio del nastro. Centinaio dovrebbe svelare la strategia del Governo sulle concessioni demaniali. Durante la giornata si terrà un tavolo tecnico con i ministri Paolo Savona (Affari europei), Erika Stefani (Affari regionali), Danilo Toninelli (Infrastrutture) e al viceministro Massimo Garavaglia (Economia). Si discuterà strategie con le quali affrontare l’Unione europea sull’applicazione italiana della direttiva Bolkestein.