
Il rinnovo delle concessioni balneari è caduto nel silenzio. Da Roma non si sente più nulla
Il rinnovo delle concessioni balneari è caduto nel silenzio. Da Roma non si sente più nulla e in queste condizioni "probabilmente, e ancora una volta, toccherà ai Comuni e alle Regioni farsi carico delle responsabilità altrui". L’assessora al Demanio, Valentina Ridolfi è pronta a muovere gli uffici, coordinati con quelli regionali, per arrivare a un quadro generale che eviti il cosiddetto "effetto Arlecchino sul litorale italiano", ovvero bandi con criteri diversi da zona a zona, e un caos che si ripercuoterà sulle aule dei tribunali amministrativi regionali. Un passo alla volta.
"Pare incredibile a dirsi e a scriversi - premette l’assessora -, ma sono passati, in un voluto silenzio, 71 giorni dal termine ultimo per l’emanazione del decreto operativo su indennizzi e criteri indispensabili alla redazione delle future evidenze per la gestione dell’arenile del Paese". Entro la fine di marzo lo stesso governo si era dato una scadenza precisa per stabilire i criteri e cercare di accontentare la pressante richiesta dei bagnini per un riconoscimento degli indennizzi. "Il Governo -riprende Ridolfi - è inadempiente rispetto alla sua stessa legge approvata a fine 2024. A questo punto, visto l’enorme ritardo e il silenzio romano (abbiamo provato a sondare gli uffici dello Stato anche la scorsa settimana ma senza ottenere una rassicurazione né una sola certezza sui tempi), riesce difficile pensare che tutto questo sia casuale. Dopo la serie iniziale di indiscrezioni, e di bozze dalla diversa paternità, il decreto è entrato nel porto delle nebbie. E riesce quindi difficile confidare che la cosa possa avere a breve una accelerazione. E’ chiaro che ciò mette in crescente difficoltà le amministrazioni locali alle prese con la questione bandi, da completare comunque entro la primavera 2027. La scadenza è, dunque, sempre più vicina".
Due anni di tempo possono apparire tanti, ma quando ci si trova davanti a centinaia di bandi per ogni singolo municipio, la prospettiva cambia. "Non potere avere alcuna certezza operativa su criteri, indennizzi, specificazioni indispensabili, rischia di portare al caos delle evidenze pubbliche. Ogni Comune farà da solo? Avremo un litorale italiano Arlecchino? Come può un Governo pensare di risolvere una questione così delicata e strategica per il turismo nazionale, che vale miliardi di euro di Pil e milioni di posti di lavoro, senza dare una direzione di marcia ai tanti territori che di turismo vivono? Con insistenza, i nostri stessi operatori chiedono certezze su un percorso che, in ogni caso, dovrà essere concluso entro meno di due anni. Come si può non ascoltare le preoccupazioni di chi sull’arenile lavora, vuole lavorare, vuole investire?". Non rimane che guardare a Bologna. "La Regione ha già annunciato la stesura di linee di indirizzo per un bando tipo, con l’obiettivo di evitare, almeno nella nostra costa, l’effetto patchwork di una situazione che Roma non sta governando".
Andrea Oliva