"Condannate il killer del piccolo Jack Russel"

Per vendicarsi della fidanzata con cui aveva litigato il giovane aveva torturato e bruciata viva l’adorata cagnolina della ragazza

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La storia di Gina, il piccolo Jack Russel torturato e bruciato vivo, aveva fatto il giro d’Italia, suscitando ondate di orrore e di protesta. Qualche giorno fa, per l’autore di quel massacro, un 37enne bergamasco di buona famiglia, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a un anno e mezzo di carcere. Il giovane ha risarcito di 10mila euro l’ex fidanzata, a cui apparteneva il cagnolino, e versato 3mila euro a due associazioni animaliste che si erano costituite parti civili nel processo.

I fatti risalgono all’8 agosto del 2014, quando la giovane coppia arriva con il van al Riviera Horses di San Giovanni in Marignano, perchè il fidanzato deve partecipare a un concorso ippico. Con la ragazza c’è anche l’inseparabile Gina, il suo piccolo Jack Russel di 10 anni che lei adora. Durante la notte però la giovane si sveglia e non trova più la sua cagnolina. Comincia a cercarla dentro e fuori, ma di Gina non c’è traccia. Via via che passa il tempo comincia a spaventarsi. E soprattutto le viene un tremendo sospetto: la sera precedente ha litigato con il fidanzato, e lui aveva minacciato di dare fuoco a Gina. Sempre più angosciata, continua a cercare il piccolo Jack Russel, fino a quando sente dei lamenti provenire da un campo. La scena a cui si trova di fronte la fa quasi impazzire. Gina è dentro un sacchetto di plastica a cui qualcuno ha appiccato il fuoco.

Le grida disperate della ragazza attirano altre persone che restano anche loro attonite di fronte a quell’orrore. La cagnolina è ancora viva e viene poratta subito in uno studio veterinario, dove scoprono che Gina è stata presa a bastonate, colpita con un forcone e quindi infilata nel sacchetto a cui poi hanno appiccato il fuoco. Chiunque sia stato ha agito con una crudeltà incredibile. Ma chi è il colpevole? La proprietaria del cane chiama subito i carabinieri ed è lei stessa a mettere gli investigatori sulla pista giusta. Punta il dito contro il fidanzato, il quale, dice, non solo aveva minacciato di dare fuoco al Jack Russul, ma fa anche uso di cocaina. Il giovane nega a oltranza, ma viene indagato subito per maltrattamento di animali. Gina invece muore il giorno dopo. Nel frattempo la svolta nelle indagini è arrivata dalle telecamete del resort dove i due alloggiano. Nelle immagini si vede la cagneta prelevata da due uomini, uno dei quali indossa gli stessi vestiti del fidanzato della ragazza.

Il milanese, difeso da Luca Greco, viene rinviato a giudizio, e la ragazza si costituisce parte civile, con l’avvocato Piero Venturi. Dopo il risarcimento si è ritirata dal processo, ma il pm ha chiesto ugualmente una condanna severa. La senteza è prevista per luglio.

al.na.