"Drink, deejay, grigliata finale: altro che festa per amici..."

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"Non volevamo fare nulla di male: doveva essere una festa tra amici, invece tanti altri hanno saputo e sono venuti. E la situazione ci è sfuggita di mano". Così ieri si era difeso il 26enne riminese organizzatore della festa abusiva di sabato in via Santa Cristina, vicino ai Casetti e al campo don Pippo, interrotta dai vigili. Al loro arrivo, gli agenti hanno trovato oltre 400 persone sul posto e altre ne stavano arrivando. Ma la versione dell’organizzatore, che è stato multato, non convince il Comune. E l’assessore Mattia Morolli, venuto in possesso di uno dei messaggi (girati su chat di Whatsapp) dove si invitava la gente alla festa, non le manda a dire: "Cito testualmente – attacca Morolli – dall’invito: due deejay, ingresso 10 euro con braccialetto (e un drink incluso), boschetto dell’amore per i più romantici, grigliata finale. Non solo: chi ha organizzato ha presentato la festa come la Notte rosa proibita, visto che c’è altrove c’è divieto di ballare, la musica finisce presto e c’è tanta polizia in giro..". Ecco: secondo Morolli era fin troppo chiaro l’invito: "Venite qui che là sotto sulla Riviera ci sono i cattivoni che ti impediscono di ballare, ci sono tanti controlli, addirittura le misure anti-Covid per gli eventi...". Per l’assessore "la cosa insopportabile non è soltanto l’incoscienza degli organizzatori, ma il fatto di voler giustificare l’ingiustificabile. Si vuole far passare quanto è accaduto sabato come una leggerezza, come una serata innocente tra amici sfuggita di mano per colpa del destino cinico e baro". Non solo: "Prima dell’arrivo della polizia – conclude Morolli – chi aveva organizzato l’evento si era già messo in tasca oltre 4mila euro esentasse, senza aver provveduto a spendere un euro per garantire la sicurezza per sè e per i propri ospiti".