Rimini, i furbetti del semaforo. Anche il bus passa con il rosso

In arrivo nuovi Vistared sulle strade: nel 2017 elevate quasi 2.200 multe

Slalom all'incrocio

Slalom all'incrocio

Rimini, 12 giugno 2018 -   C'è la macchina che addirittura sorpassa le altre ferme al semaforo e passa, nonostante il rosso sia scattato da diversi secondi. C'è l'autobus che ignora il rosso e tira dritto, anche se è già rosso da un po'. Sono le immagini choc riprese dalle telecamere dei Vistared (FOTO) installati lungo le strade di Rimini. Dal 2017 il Comune ha cambiato il posizionamento degli impianti, utilizzati dal 2008 per punire chi passa col rosso. Dall'agosto 2017 i Vistared sono presenti agli incroci di viale Principe Amedeo, via Caduti di Marzabotto e via Siracusa. Nel 2017 sono state 2.149 le infrazioni rilevate, contro le 1883 del 2016.

Le ultime immagini diffuse oggi dal Comune, relative ad alcune multe recenti, parlano da sole. In viale Principe Amedeo una Renault grigia supera in pieno giorno le auto ferme in colonna alla sua destra per il rosso, attraversa senza tentennamenti l’incrocio nonostante le auto su via Perseo stiano transitando regolarmente col semaforo verde. Ma uno dei casi più eclatanti è avvenuto in via Caduti di Marzabotto, dove un autobus di Start Romagna tira dritto all'incrocio, nonostante il rosso sia già fisso da una quindicina di metri di distanza. Ecco perché l'amministrazione intende aumentare i Vistared sulle strade riminesi, a partire dagli incroci  lungo la Superstrada di San Marino, compreso quello di via della Gazzella, teatro di numerosi incidenti nelle ultime settimane fra cui uno che ha visto travolto un vigile. Non solo: nei casi più gravi verrà valutata seriamente la costituzione di parte civile del Comune di Rimini contro i guidatori al volante che non rispettano il rosso, o guidano in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. "Le vittime e i feriti da incidenti stradali provocati da comportamenti fuorilegge - osserva il Comune in una nota - rappresentano un tributo di sangue e di dolore, e anche un costo sociale, che per qualsiasi comunità non può più essere tollerato".