Assalto alla banca. Dopo il colpo i rapinatori sbagliano il piano di fuga: arrestati dai carabinieri

Tre uomini armati di coltelli al Banco di San Geminiano e San Prospero: la banda tenta di scappare dal retro, ma scopre che non ci sono uscite.

Assalto alla banca. Dopo il colpo i rapinatori  sbagliano il piano di fuga: arrestati dai carabinieri

Assalto alla banca. Dopo il colpo i rapinatori sbagliano il piano di fuga: arrestati dai carabinieri

Hanno fatto irruzione nella banca intorno alle 12,15. Ma alle 13 i tre rapinatori che ieri hanno assaltato il Banco di San Geminiano e San Prospero in via Circonvallazione occidentale, di fronte a Castel Sismondo, erano già al sicuro in cella. È finito con l’arresto di tutta la banda il blitz dei carabinieri nella banca, arrivati in massa con una dozzina di uomini per fermare i rapinatori.

L’allarme dalla banca è scattato poco prima dell’ora di pranzo. I tre malviventi sono entrati in azione con i volti travisati da occhiali da sole, cappellini, scaldacollo. Una volta dentro, hanno urlato ai 6 dipendenti e a un cliente presente in quel momento: "Questa è una rapina. Se state calmi non vi accadrà nulla". I rapinatori hanno mostrato i coltelli, poi hanno intimato a tutti i presenti di mettersi in un angolo. Nel frattempo è entrato un altro cliente, ignaro di quanto stava accadendo: Tommaso Bianco, funzionario e portavoce della Prefettura (leggi il pezzo sotto). I rapinatori hanno preso anche lui, l’hanno fatto sedere dopo avergli preso i telefoni. Una volta sistemati tutti gli ostaggi hanno minacciato il cassiere, intimando di consegnare tutto il contante disponibile. Uno dei rapinatori ha saltato il bancone ed è andato con lui alla cassa per mettere i soldi in una busta. Gli altri dipendenti e i due clienti sono rimasti immobili in un angolo. Ma nel frattempo uno degli impiegati della banca era riuscito a premere l’allarme anti-rapina. E nel giro di pochi minuti la filiale del Banco di San Geminiano è stata – letteramente – circondata dai carabinieri, arrivati con 3 pattuglie del pronto intervento, 2 della compagnia e del nucleo investigativo e altre del radiomobile e della stazione di Viserba. I rapinatori si sono accorti dell’arrivo delle divise dalle telecamere della banca. Hanno provato a fuggire immediatamente, dal retro. Pensavano di aver studiato il colpo in ogni dettagli: proprio in una strada dietro la banca avevano parcheggiato la macchina usata per la rapina, una Fiat Panda presa a noleggio. Gli è andata male: la banca non ha uscite sul retro.

I carabinieri, dopo aver circondato tutta la zona, sono entrati nella banca con le armi spianate e hanno intimato ai rapinatori di arrendersi. Loro non hanno fatto resistenza, sorpresi dell’arrivo così rapido delle forze dell’ordine. "Ma come avete fatto a essere già qui?", ha chiesto uno di loro. I malviventi sono stati arrestati e condotti in caserma davanti a decine e decine di persone, accorse in via Circonvallazione al suono delle sirene. La banca in manette è formata da tre uomini di 66, 63 e 28 anni. I più anziani, uno di Torino e l’altro di Napoli, hanno diversi precedenti alle spalle. Napoletano anche il più giovane del terzetto, l’unico incensurato. L’udienza per la convalida dell’arresto dei rapinatori, tutti difesi dall’avvocato Enrico Graziosi (assegnato d’ufficio) si dovrebbe tenere già domani. A quanto pare, i tre si erano preparati da tempo al colpo. Ma non avevano studiato abbastanza le vie di fuga.

Manuel Spadazzi