Garelli, due riccionesi rimettono in moto il mitico marchio

Il marchio rilevato da Paolo Berlusconi. "Ripartiamo dal Ciclone"

Il team della nuova Garelli con i titolari del marchio durante il salone di Milano dedicato alle moto

Il team della nuova Garelli con i titolari del marchio durante il salone di Milano dedicato alle moto

Riccione (Rimini), 14 novembre 2018 - Sono riccionesi gli imprenditori che rilanceranno la storica Garelli, partendo dalla produzione del mitico ‘Ciclone’, rivisitato in chiave green. Si tratta di Andrea Casadei e di Giacomo Galeazzi soci, assieme a Maurizio Setti (titolare della griffe Manila Grace, nonché presidente della società calcio Hellas Verona) della ditta sammarinese Armony, specializzata in produzione di bici elettriche, che ha siglato un accordo con la Finsec. Si tratta di un contratto d’affitto che in pochi anni dovrebbe sfociare nell’acquisto.

Galeazzi, cosa vi ha portato a compiere questo passo?

«La nostra società produce un’ampia gamma di bici elettriche dal 2005, così abbiamo deciso di lanciarci in questa nuova avventura. Abbiamo trattato con Paolo Berlusconi, stipulando un contratto d’affitto che, anche attraverso il versamento di royalty, prevede l’acquisto finale del marchio. In trattativa c’era anche un gruppo asiatico, ma alla fine siamo riusciti ad aggiudicarci l’affare».

Quando avete firmato?

«La contrattazione è partita a fine luglio, ma davanti al notaio siamo arrivati solo la sera di lunedì scorso a poche ore dall’inizio di Eicma, il Salone della moto a Milano, dove nel nostro stand Garelli abbiamo presentato la moto con grande successo».

Nel frattempo avete avviato il piano di sviluppo?

«Abbiamo rimesso in produzione il Ciclone, uno dei ‘tuboni’ più noti degli anni Settanta, venduto dalla Garelli per 25 anni. Lo abbiamo rifatto in quattro versioni, compreso il vintage, mantenendo lo stesso telaio, ma con parti futuriste, ossia con il motore elettrico, batteria al litio, non inquinante, esente dal bollo, assicurazione al 50 per cento e utilizzabile anche nelle zone a traffico limitato».

Dov’è la produzione?

«Gli stampi del telaio in alluminio e dei cerchi vengono fatti in Cina, il motore è Bosch, quindi tedesco, le batteria sono Samsung, mentre tutte le altre componenti, nonché l’engineering e lo sviluppo sono italiani. Il primo assemblaggio avviene in Cina, da marzo in poi lo faremo in Italia. Stiamo scegliendo tra Veneto ed Emilia Romagna».

C’è anche una versione del Ciclone per le forze dell’ordine?

«Sì, è dotata di sirene, borse e lampeggianti e colore dedicato, che Polizie e Carabinieri possono usare in ztl. Con il marchio Garelli, che rimettiamo in produzione dopo anni, abbiamo anche una linea di bici, nello specifico mountain bike elettriche e bici da trekking, che costano almeno 3mila euro. Questo è solo l’inizio, produrremo altri modelli. Abbiamo in licenza il marchio Mosquito, brand Garelli, sul quale intendiamo fare qualcosa di storico, come per il centenario della Garelli, che cade il prossimo anno».

La vostra azienda si amplierà?

«Abbiamo dieci dipendenti, strutturati per l’Armony capogruppo, e dodici agenti. Ora apriremo un nuovo segmento per le concessionarie di moto».