Nuove minacce a Giulia Innocenzi. "Molestata mentre ero in Iran"

La riminese nella bufera per il racconto del suo viaggio FOTO La giovane giornalista

Giulia Innocenzi e l’amica Maddalena Oliva durante il loro avventuroso viaggio in Iran

Giulia Innocenzi e l’amica Maddalena Oliva durante il loro avventuroso viaggio in Iran

Rimini, 29 agosto 2015 - Non c'è nulla da fare. Ogni volta che scrive qualcosa sui social network, Giulia Innocenzi (FOTO) riesce ad attirare insulti, minacce e offese di ogni tipo. Dopo aver rivelato di essere costantemente vittima di persecuzioni (tanto da vendicarsi pubblicando sulla Rete i messaggi di chi la importuna e la minaccia), la giornalista riminese ha scatenato un pandemonio col racconto del suo viaggio in Iran con l’amica Maddalena Oliva, giornalista come lei.

Un viaggio ‘avventuroso’, senza guide, fatto dalle due ragazze - tra la fine di luglio e l’inizio di agosto - solo «con lo zaino in spalla», e che si è rivelato decisamente difficile per la Innocenzi. In particolare per i costanti approcci sessuali fatti dagli uomini nei mercati, nei bazar, lungo le strade...

Una disavventura dietro l’altra, che la Innocenzi denuncia nel suo blog, con un racconto dettagliato fatto a capitoletti piuttosto espliciti fin dai titoli. Nel primo, ‘Palpate al sedere’, Giulia racconta come in Iran «i bazar sono molto affollati, e diventano quindi il paradiso per chi ama palpare il fondoschiena. Per la prima settimana ci è successo tutte le volte che abbiamo visitato un bazar. Non può essere quindi un caso».

Ma la cosa più choccante è stata quando «a Teheran, sempre in un bazar, sono stata inseguita. Prima, una mano che sfiora la schiena. Ti giri, e dietro di te c’è un uomo che ti guarda. Dopo venti minuti, in metropolitana, ce lo ritroviamo dietro. A gesti, non fa segreto dei suoi desideri: vuole andare a letto con una di noi due. All’inizio diciamo no diverse volte, poi proviamo a ignorarlo. Non funziona. Arrivate ai tornelli, scopriamo che neanche quelli riescono a fermarlo: li salta aspettando di capire su che treno saliremo. Non ci è restato che chiamare la sicurezza». Alla Innocenzi, a Isfahan, è capitato anche che un inserviente della moschea si sia calato i pantaloni in sua presenza «mostrandoci il pene...».

Il racconto della Innocenzi (che l’ha pubblicato anche in inglese) ha subito provocato forti reazioni. E tantissimi insulti. «Qualcuno mi ha detto anche che merito di essere lapidata... Tanti insulti, quasi tutti da parte di uomini. Ho ricevuto nuove minacce – rivela la Innocenzi – ma quello di cui vado più fiera è che alcune donne iraniane, letto il mio reportage, mi hanno scritto manifestandomi la loro solidarietà e dicendomi: le cose che tu racconti a noi capitano purtroppo ogni giorno».