Gnassi: "Basta veti o perdiamo le elezioni"

Infuocato vertice di maggioranza, il sindaco denuncia l’ostruzionismo dei consiglieri del Pd schierati con Emma Petitti

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L’urlo di Gnassi. Nella guerra interna al Pd per la scelta del suo erede "rischia di rimetterci la città", ha tuonato ieri il sindaco, durante il vertice di maggioranza. Un incontro convocato dopo le ultime scintille tra i consiglieri comunali schierati con Jamil Sadegholvaad e quelli fedeli a Emma Petitti.

Gnassi, uno dei più convinti sostenitori di Sadegholvaad, non ha digerito le schermaglie avvenute fuori e dentro il consiglio. L’ultima, la polemica tra Kristian Gianfreda (Rimini attiva) e Giovanni Casadei (Pd) sul nuovo regolamento per l’uso degli spazi pubblici dati in concessione ai cittadini. Gianfreda, che sostiene Jamil, ha attaccato i consiglieri che stanno con la Petitti di aver bloccato la delibera. Casadei ha rispedito le accuse al mittente. E il rischio, d’ora in poi, è che qualsiasi atto, da quelli più importanti a quelli minori (vedi il caso del regolamento), si trasformi in una resa dei conti tra i consiglieri fedeli a Emma e quelli schierati con Jamil. E questo è stato il tema posto ieri da Gnassi, brutalmente. "La macchina amministrativa a Rimini deve andare avanti, ci sono tanti interventi importanti da avviare e da ultimare, e non possiamo restare fermi per mesi per colpa delle lotte interne al Pd", ha tuonato ieri Gnassi. Che ha aggiunto: "Se qualcuno fa ostruzionismo per fini politici (all’interno della maggioranza) io lo dirò pubblicamente". Il sindaco ce l’ha soprattutto con i consiglieri schierati con la Petitti, anche perché c’è chi, tra loro, ha suggerito di evitare di prendere decisioni importanti e adottare delibere di un certo peso ora, a ridosso delle elezioni. Gnassi non ci sta, e ha lanciato un vero e proprio ultimatum ieri nell’infuocato vertice di maggioranza. Non solo: ha fatto presente che in questo clima avvelenato il centrosinitra riminese rischia di perdere le elezioni. I fedelissimi di Emma hanno rilanciato facendogli presente che si è arrivati a questa situazione di scontro anche per colpa sua.

Inevitabile parlare delle primarie tra la Petitti e Sadegholvaad, che appaiono ormai scontate. E ieri Juri Magrini e altri hanno di nuovo chiesto a Sadegholvaad di fare un passo indietro. Intanto alcuni dei partiti alleati, Italia viva, Più Europa, Rimini in azione (il partito di Calenda) e Volt tornano a strigliare il Pd e i due candidati. "Il tempo ormai è scaduto e bisogna scegliere il candidato del centrosinistra. Siamo convinti che bisogna proseguire con il buon governo della città avvenuto in questi anni. Ora basta strappi, retroscena, fughe in avanti che si trasformano anche in forte tensioni nella maggioranza". L’appello resta quello di "evitare le primarie, che in questo clima rischiano di essere una corrida". Un appello che rischia di cadere nel vuoto. Si decide tutto stasera, nella direzione del Pd.

Manuel Spadazzi