Grand Hotel di Riccione, scatta la chiusura della piscina

Dopo il controllo dei Nas, la sindaca Angelini ha firmato l’ordinanza. "Le condizioni igieniche non sono idonee"

La piscina del Grand Hotel di Riccione

La piscina del Grand Hotel di Riccione

Riccione, 4 settembre 2022 - Chiusa la piscina del Gran hotel. Lo ha stabilito un’ordinanza firmata dal sindaco Daniela Angelini dopo i controlli dei Nas di Bologna e la conseguente comunicazione giunta in municipio dall’Ausl. Il Nucleo antisofisticazione del comando dei carabinieri di Bologna era arrivato il 30 agosto nella piscina del Grand hotel.

Anche se le struttura alberghiera è chiusa, la vasca è aperta al pubblico e servita da un bar. Dei controlli dei Nas nelle piscine di strutture private e parchi acquatici se n’era parlato poco prima di Ferragosto, quando vennero comunicati i risultati di 288 controlli a livello nazionale che avevano portato a prendere provvedimenti di chiusura in 83 strutture, trovando comunque situazioni irregolari in 83 piscine.

Martedì scorso i Nas sono arrivati a Riccione e nella vasca del Gran Hotel hanno trovato più cose che non andavano. Nell’ordinanza firmata dal primo cittadino si parla di "mancanza di requisiti tali da poter essere usufruibile dagli utenti, risultando in non idonee condizioni igienico sanitarie sia la vasca che il solarium". E’ stata contestata anche "la presenza di alcuni parametri chimici (cloro libero e combinato) che non rispettavano i limiti previsti dall’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003". Quanto basta per ordinare la chiusura della struttura già nella giornata di ieri. Il provvedimento è stato notificato alla società Marebello, proprietaria della struttura, che ha come legale rappresentante Gianni Andreatta. I cartelli all’ingresso della vasca con gli avvisi degli orari devono essere sostituiti con altri cartelli che avvisano del divieto di accesso.

Altra tegola per la piscina del Grand hotel dopo quanto era accaduto in piena estate. Era il 14 luglio quando verso le 14 annegò in piscina il giovane Diongue Madiaye, di soli 21 anni. In quel caso i primi accertamenti medico-legali esclusero l’ipotesi del malore. Vennero avviati anche gli esami istologici per capire se il ragazzo soffriva di qualche malattia congenita o malformazione.

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In quel caso l’ora del fatto fu uno degli elementi su cui si concentrarono le indagini visto che il servizio di salvamento non era attivo, come dai cartelli affissi a bordo piscina, dalle 12 alle 15.

Dopo il tragico avvenimento la piscina continuò a rimanere aperta. Questo fino a ieri, quando il sindaco ha firmato l’ordinanza per vietarne l’utilizzo.